Diabete, a Milano 100 esperti a confronto su migliori tecnologie Cgm

Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - I pazienti con diabete ritengono che le caratteristiche più improntati che dovrebbero avere i dispositivi per il monitoraggio continuo del glucosio (Cgm) riguardano l’impermeabilità (85%) e le posizioni del corpo in cui si può indossare (...

Roma, 23 feb.

(Adnkronos Salute) – I pazienti con diabete ritengono che le caratteristiche più improntati che dovrebbero avere i dispositivi per il monitoraggio continuo del glucosio (Cgm) riguardano l’impermeabilità (85%) e le posizioni del corpo in cui si può indossare (61%). Lo rivela un’indagine – realizzata da Personalive in collaborazione con le principali associazioni pazienti in ambito diabetologico e con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy – presentata oggi, a Milano, nel corso del ‘Well Done – Share your experience in diabetes’, la conferenza organizzata dalla farmaceutica e che vede la partecipazione di circa 100 esperti diabetologi provenienti da tutta Italia.

La due giorni – si legge in una nota – permetterà ai clinici di confrontarsi sull’evoluzione tecnologica nel diabete e sull’importanza della scelta del dispositivo per il monitoraggio in continuo del glucosio per una gestione sempre più personalizzata della malattia che ha un un forte impatto sulla quotidianità. Grazie allo sviluppo tecnologico, nell’ultimo decennio si sono resi disponibili dispositivi che consentono di rilevare in continuo il livello del glucosio nel liquido interstiziale del sottocute 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana (Cgm).

Il settore “sta evolvendo con una rapidità tale” che è fondamentale per il diabetologo avere “una conoscenza approfondita della pluralità dei dispositivi oggi disponibili” per “scegliere quello più adatto al proprio paziente – afferma Emanuele Bosi, direttore dell'Unità di Medicina Generale, Diabetologia ed Endocrinologia, Università Vita-Salute San Raffaele – I sistemi attuali sono ormai tutti classificabili come Cgm, perché permettono di conoscere in tempo reale il valore di glucosio nel sangue e di predire l’andamento della glicemia attraverso frecce di tendenza, avvertendo il paziente con allarmi sonori, aiutandolo così a gestire pericolose variazioni di glicemia che possono portare a ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso e che sono alla base di complicanze importanti a lungo termine”.

Nonostante l’importanza dell’utilizzo dei Cgm e i benefici clinici siano riconosciuti e condivisi dalla comunità medica, dalla letteratura emergono ancora limiti di utilizzo. «Affinché questi dispositivi vengano sfruttati al meglio e gli utilizzatori possano usufruire di tutti i vantaggi che questa tecnologia offre, sia da un punto vista clinico sia psicologico – spiega Andrea Boaretto, fondatore e Ceo della società di ricerche di mercato Personalive – è importante capire i bisogni insoddisfatti e quali migliorie sia possibile apportare.

Per questo, insieme alle associazioni pazienti in ambito diabetologico e con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy, abbiamo indagato il percepito degli utilizzatori relativamente al loro rapporto con i diversi sistemi Cgm”.

L’indagine – ‘Indicatori di usabilità dei sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio: il punto di vista delle persone con diabete’ – ha evidenziato che le caratteristiche ritenute più importanti dei sensori Cgm sono l’impermeabilità (85%) – rilevato in tutte le aree geografiche considerate, con punte al 93% nel Nord-Ovest – e il numero di posizioni del corpo in cui si può indossare (61%), in particolare al Sud Italia, dove viene indicato dal 67%, rispetto al 61% del Nord Est e al 48% del Centro.

Per quanto riguarda gli aspetti emozionali, il 67% degli intervistati si dichiara sicuro, il 44 % accudito e il 56% protetto e più dei tre quarti del campione riporta di non sentirsi per nulla o poco giudicato/ansioso/turbato, sentimenti che risultano più comuni tra chi usa il sensore da meno di 2 anni. È infine emerso che il 63% utilizza l’app collegata al sistema Cgm, 5 o più volte al giorno per monitorare l’andamento del glucosio.

Le funzionalità più utilizzate sono: il valore del glucosio; la freccia di tendenza e la possibilità di condividere i dati di monitoraggio con il medico.

“Alcune opzioni segnalate come possibili migliorie sono già presenti nei Cgm oggi disponibili – aggiunge Boaretto – Questo fa emergere la necessità di percorsi di formazione dedicati finalizzati a spiegare le diverse funzioni attraverso il vissuto e l’esperienza personale e fungere da guida e supporto per utilizzare i Cgm nel pieno delle loro funzioni”.

Come rivela l’indagine, “i progressi della tecnologia in questo campo – osserva Emilio Augusto Benini, presidente Fand, Associazione italiana diabetici – sono una vera e propria svolta. Oggi abbiamo a disposizione strumenti in grado di prevenire situazioni critiche, restituendo una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata. Purtroppo però l’offerta risulta disomogenea nelle varie regioni italiane e in tante ancora si fa fatica ad avere accesso alle tecnologie. È fondamentale offrire un sistema equo, che garantisca la massima qualità e le migliori soluzioni a tutte le persone con diabete nell’intero territorio nazionale”.

Purtroppo, “le linee guida nazionali non sono al passo con le ultime innovazioni tecnologiche disponibili – evidenzia Marcello Grussu, vicepresidente Diabete Italia – e, soprattutto, non sono allineate alla convergenza delle categorie. La mancanza di un aggiornamento e l’adeguamento difforme a livello regionale ha un forte impatto negativo sull’aderenza alla terapia e sulla qualità di vita dei pazienti”. Per questo “è necessario procedere quanto prima con un aggiornamento delle linee guida, coinvolgendo dal principio associazioni pazienti e società scientifiche, per favorire un accesso equo a tutte le soluzioni tecnologiche oggi disponibili e garantire così ai clinici la possibilità di scelta prescrittiva e, a ogni persona con diabete, di poter beneficiare di una gestione personalizzata della propria patologia”.

A tale proposito, “Roche Diabetes Care è da sempre impegnata a lavorare a fianco di tutti gli interlocutori del sistema salute con lo scopo di agevolare il progresso scientifico e l’innovazione mettendo sempre al centro i bisogni dei pazienti – conclude Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy – Oggi ci troviamo a dare il nostro sostegno per promuovere una salute equa, accessibile a tutti, alimentata dalla ricerca. Attraverso questo momento di confronto, vogliamo facilitare il dialogo tra gli interlocutori del Sistema Salute rispetto alla pluralità delle soluzioni di monitoraggio oggi disponibili e sull’impatto che queste possono avere sulla personalizzazione della terapia, la prevenzione delle complicanze e la qualità di vita delle persone con diabete”.