Indignazione e polemiche dopo che la nonna dell’assassino di Giogiò Cutulo ha pubblicato sui social le videochiamate con il nipote in carcere. L’intervento del ministro Nordio e la rabbia della famiglia della vittima.
Il detenuto per l’omicidio di Giogiò Cutolo in videochiamata con la nonna
Il giovane detenuto accusato di aver ucciso Giovanbatista Cutolo, il giovane musicista napoletano conosciuto come Giogiò, ha effettuato delle videochiamate con la nonna la quale le ha poi pubblicate sui social scatenando rabbia e indignazione. Nel filmato infatti presenti messaggi affettuosi della nonna al killer. Anche la madre di Giogiò, Daniela Di Maggio, si è infuriata, sollevando quindi il caso: “in quelle immagini c’è il killer di mio figlio.” A condannare duramente l’episodio Francesco Emilio Borrelli, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra: “le parole della madre di Giogiò, Daniela Di Maggio, sono un grido che non può restare inascoltato. E’ inaccettabile che, mentre una famiglia piange in silenzio un figlio innocente, si usino i social per umanizzare chi ha tolto una vita. E’ una vergogna che oltraggia la memoria delle vittime e dello Stato stesso.”
L’intervento del ministro Nordio
Sul caso è intervenuto il ministero della Giustizia: “con riferimento alla videochiamata fatta alla nonna del killer del giovane musicista napoletano Giogiò Cutolo, immediatamente diventata virale sui social, il ministro Nordio ha chiesto riscontri in sede amministrativa per accertare se le immagini e le riprese diffuse sui social siano state effettuate dalla Casa circondariale di Catanzaro, nel corso del colloquio a distanza con i familiari del detenuto.” Il ministero della Giustizia ha spiegato che “risultano regolarmente autorizzati videochiamate e colloqui tra l’applicativo WhatsApp tra il detenuto e i familiari; pertanto la Direzione ha prontamente segnalato alla locale Procura nonché al Magistrato di Sorveglianza, per quanto di rispettiva competenza, la vicenda sia in relazione alla diffusione illecita del video sia alle modalità fraudolente di captazione del colloquio, che in ogni caso non poteva essere registrato dagli interlocutori.“