Milano, 7 nov.
(askanews) – Destinazione Italia, ovvero “The First Glocal Travel Tech”, ha introdotto da diversi anni un’offerta di contenuti turistici, creati da una rete di esperti locali, che promette di essere facilmente scalabile, cioè di poter espandersi a livello globale con tempi e con costi ridotti. Per esempio aprendo nuove destinazioni turistiche in meno di sei mesi e con un investimento limitato. E di proporsi al mercato internazionale in maniera efficiente, grazie a un elevato livello di automazione dei processi e un approccio multicanale.
“Destination Italia innanzitutto è un grande gruppo industriale del turismo, quindi un po’ come fu l’automotive ai tempi di Agnelli. Oggi siamo quello e possiamo veramente cambiare radicalmente l’economia del nostro Paese – afferma Dina Ravera, presidente e fondatrice di Destination Italia -. Qual è la differenza tra noi e gli altri? E’ che nessuno ha avuto questa visione: gli altri pensano tutti in piccolo e quindi ognuno vede il proprio pezzettino, che però da solo non è rilevante oppure, come gli Ota, guardano a un livello troppo elevato quindi troppo generalista”.
Destination Italia, quotata alla borsa di Milano nel segmento Euronext Growth Milano, registra una crescita del fatturato e punta a un margine operativo lordo positivo per il 2025. Ecco il percorso – prosegue Ravera – un 2020 che vedeva 4 milioni di ricavi, un 2021 che ne vedeva a 7 e mezzo, un 2022 che ne ha visti 28, un 2023 che ne ha visti 55. Abbiamo fatto una semestrale a 35 e abbiamo comunicato che il prossimo anno puntiamo 75-90 milioni e questo vede anche una Ebitda che migliora enormemente passando da un Ebidta che era negativo di diversi milioni di euro a un Ebidta che nella semestrale è andato in pareggio ma il prossimo anno vede come nostro obiettivo 3-5 milioni di euro.
E quindi un percorso che da adesso in poi vedrà con una crescita continua della marginalità e quindi finalmente della possibilità di far capire ai nostri investitori che gli investimenti fatti stanno dando finalmente il frutto di generare anche molta cassa”.
Quella di Destination Italia è un’offerta di tipo esperienziale, ritagliata sulle richieste dei turisti con alta capacità di spesa. “E’ un cliente al quale non importa il prezzo – spiega la numero 1 della società – E’ un cliente che vuole venire in Italia, vuole spendere 500 mila euro, un milione, perché vuole divertirsi, vuole fare qualcosa che a New York, a Shanghai, a Tokyo non è in grado di fare.
Quel tipo di cliente può cambiare se accompagnato da un’altra decina ma anche al massimo un centinaio di persone come lui, può cambiare le sorti di intere città italiane che oggi rischiano lo spopolamento. Questo è il cliente che vogliamo per il nostro Paese e del cliente che il nostro Paese merita”. “Quello che diamo per scontato – prosegue Ravera – cioè la bellezza del paesaggio, il clima, l’arte, la cultura, l’enogastronomia è unico per il cliente straniero.
Dopodiché magari sì, non ci sono le strade sempre a posto, ma quel cliente ti prende l’elicottero e quindi arriva dove deve andare in venti minuti e può godere di un qualcosa che nel loro paese è assolutamente impensabile vedere. Quindi abbiamo tutto. Dobbiamo solo renderci consapevoli di averlo e trasformarlo in un’industria. Questo è il ruolo di Destination Italia”, conclude.
I Paesi obiettivo di Destination Italia per il 2025 sono Turchia e Grecia, mentre nel 2026 il focus verterà su Spagna, Portogallo, Francia, Svizzera e Albania.