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Depistaggio Borsellino: pentito Galatolo, 'Faccia da mostro' e Contrada venivano in vicolo Pipitone'

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Caltanissetta, 16 gen. (Adnkronos) - "Quando facevo la sentinella a Vicolo Pipitone, nel nostro covo, finoa a poco prima delle stragi del '92, ricordo che venivano anche degli appartenenti alle istituzioni. Ricordo che c'era il maresciallo dei Carabinieri Sarzana, che era al libro pag...

Caltanissetta, 16 gen. (Adnkronos) – "Quando facevo la sentinella a Vicolo Pipitone, nel nostro covo, finoa a poco prima delle stragi del '92, ricordo che venivano anche degli appartenenti alle istituzioni. Ricordo che c'era il maresciallo dei Carabinieri Sarzana, che era al libro paga della famiglia dell'Acquasanta. Era lui che ci avvisava delle cose che accadevano.

Da noi veniva anche Giovanni Aiello 'faccia da mostro'. E lo disse mio zio Giuseppe Galatolo a dire chi era e che lavorava per lo Stato. Ma finché non ho collaborato non sapevo chi fosse, lo chiamavamo 'faccia da mostro' perché ci faceva paura". A dirlo, proseguendo la deposizione al processo d'appello sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio, è il pentito di mafia Vito Galatolo. Giovanni Aiello era un ex poliziotto della Squadra Mobile di Palermo con passato nei servizi, conosciuto alle cronache come "Faccia da mostro" e finito al centro di alcune vicende controverse. E' morto d'infarto nel 2017. Aiello era stato iscritto nel 2015 nel registro degli indagati con i boss Gaetano Scotto e Salvino Madonia. Per i capi mafia la procura aveva chiesto l'archiviazione, ma il giudice respinse l'istanza ordinando nuove indagini tra le quali il confronto fra il padre della vittima e Aiello. "Faccia da mostro", funzionario dei servizi segreti in attività a Palermo negli anni Ottanta, fino alle grandi stragi del 1992, era stato riconosciuto nel febbraio del 2016 da Vincenzo Agostino, padre del poliziotto di Palermo, Antonino, ucciso con la moglie Ida Castellucci il 5 agosto del 1989. "E' lui, è quello che mi sta guardando", avrebbe detto Agostino, che dal giorno dell'omicidio di suo figlio non si è mai più tagliato la barba. L'ex agente segreto sarebbe colui che prima del delitto sarebbe stato visto vicino alla sua abitazione. Uscendo Agostino confermò di averlo riconosciuto "anche se era ben truccato".

Poi, Galatolo cita anche altri esponenti delle istituzioni che avrebbero frequentato la famiglia mafiosa dell'Acqusanta. "Veniva anche Bruno Contrada, Arnaldo La Barbera, nei primi anni '90, '91 e '92, veniva spesso nella nostra borgata prima delle strage di via D'Amelio. Poi c'erano personaggi che venivano a cercare latitanti, venivano due poliziotti, tali Agostino e Piazza, che venivano a cercare chi entrava e usciva. Il nostro compito da sentinelle era avvisare e farli scappare".