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Denuncia di malasanità a Palermo: la tragica storia di Maria Ruggia

Immagine di Maria Ruggia, vittima di malasanità a Palermo

La figlia chiede giustizia dopo la morte della madre in ospedale a Palermo.

Un caso di malasanità che scuote Palermo

La storia di Maria Ruggia, una donna di 76 anni, ha sollevato un polverone di indignazione e preoccupazione riguardo alla qualità delle cure sanitarie in Italia. La figlia, Romina Gelardi, ha presentato una denuncia alla Procura di Palermo, chiedendo che vengano accertate le responsabilità per la morte della madre, avvenuta il 20 dicembre dopo un ricovero di otto giorni presso l’ospedale Ingrassia. Secondo quanto riportato, Maria è stata lasciata su una barella del pronto soccorso per un periodo prolungato, senza ricevere le cure necessarie per le sue gravi condizioni di salute.

Le condizioni cliniche trascurate

Romina Gelardi ha evidenziato che sua madre soffriva di diverse patologie, tra cui cardiopatia ischemica, carcinoma mammario e diabete mellito di tipo II. Nonostante queste gravi condizioni, Maria è stata ricoverata con sintomi di inappetenza e nausea persistente, ma non ha ricevuto un’adeguata terapia antibiotica preventiva. La figlia ha sottolineato che l’assenza di cure appropriate ha esposto la madre a un ambiente sanitario non idoneo, aggravando la sua situazione. La denuncia di Romina non è solo un grido di dolore, ma anche un appello affinché vengano prese misure per evitare che simili tragedie si ripetano in futuro.

Le indagini in corso

La polizia ha già avviato un’inchiesta, sequestrando le cartelle cliniche e la salma di Maria, che sarà sottoposta ad autopsia presso l’istituto di medicina legale. La famiglia spera che le indagini possano fare luce su quanto accaduto e che i responsabili possano essere chiamati a rispondere delle loro azioni. La denuncia di Romina Gelardi mette in evidenza un problema sistemico che affligge il sistema sanitario italiano, dove la mancanza di attenzione e di risorse può portare a conseguenze fatali per i pazienti più vulnerabili.