Alberto Stasi, ormai da anni condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, continua a sperare. Ma mentre lui rimane imprigionato in una verità che non riesce a convincere tutti, Andrea Sempio, recentemente iscritto nel registro degli indagati, si ritrova coinvolto in una vicenda che non ha mai smesso di suscitare domande. Sono passati 18 anni dal delitto di Garlasco, il 13 agosto 2007, eppure, come in un romanzo che non ha fine, nuove rivelazioni stanno emergendo.
Delitto Garlasco, spunta un supertestimone: la pista mai battuta che potrebbe ribaltare tutto
Ecco che spunta un supertestimone. La notizia arriva come un fulmine su tutti i giornali. Pochi giorni dopo la nuova iscrizione di Sempio nel registro degli indagati, l’uomo si fa avanti, contattato dalla redazione di Le Iene. Prima non voleva parlare, temeva ripercussioni. “Ho paura, non voglio finire nei guai”, diceva. Ma poi, qualcosa cambia. Decide di raccontare la sua versione dei fatti, il peso che si porta dentro da anni diventa insostenibile. “Lo faccio solo per quella ragazza, degli altri non me ne frega niente“, dichiara davanti alle telecamere.
È una decisione audace, soprattutto considerando il clamore mediatico che ha sempre avvolto il caso. E proprio l’intensità di questo clamore rischia, paradossalmente, di ostacolare le nuove indagini. I testimoni sono messi sotto una pressione tale che il ricordo di ciò che è accaduto 18 anni fa rischia di svanire. Ma non basta. A complicare le cose ci sono le nuove analisi, come quella sull’impronta di scarpa trovata sulla scena del crimine, una traccia che potrebbe fare luce su molti punti oscuri.
Nel 2020, una relazione tecnica di Oscar Ghizzoni, consulente dell’avvocato Laura Panciroli, parlava di una “impronta papillare” lasciata sul dispenser del sapone in bagno, un dettaglio che nessuno aveva mai approfondito come si sarebbe dovuto. Tra le nuove indagini, una consulenza aggiuntiva sulla traccia di scarpa è ormai una certezza. La verità, forse, è ancora troppo lontana. Ma c’è di più: il supertestimone porta con sé una pista mai esplorata. Nessuno sa se sia legata a Sempio o a un altro indagato. Ma il suo racconto potrebbe essere la chiave per ribaltare l’intera vicenda.
Delitto Garlasco, il supertestimone rivela: ‘C’era qualcosa di più nelle indagini
Con un tono che sa di verità non detta, l’uomo confessa di aver subito delle pressioni per rimanere in silenzio. “So che non devo dire certe cose”, dice. Ma finalmente si libera di quella cappa di segreti. “Non si tratta di errori, ma di volontà“, dice ancora, una frase che lascia trasparire la sua convinzione che ci sia stato qualcosa di più nella gestione del caso. Parole che richiamano le stesse preoccupazioni espresse da Alberto Stasi e dal perito informatico Roberto Porta, il quale, dopo aver analizzato il computer di Stasi, aveva avuto dei dubbi che ancora oggi fanno riflettere.
Nel suo ultimo atto di coraggio, il supertestimone per il delitto di Garlasco si dice finalmente “libero”. “Non mi interessa di Stasi o degli altri. Voglio solo che questa ragazza abbia giustizia“, conclude, facendo chiarezza su ciò che per lui è l’unica verità. Non si sa ancora chi sia questo misterioso testimone né cosa abbia veramente visto, ma le sue parole sono destinate a cambiare tutto. Come ha sottolineato l’inviato Alessandro De Giuseppe, quando il racconto è stato fatto, la redazione è rimasta senza parole. E, giustamente, tutto è stato immediatamente consegnato agli inquirenti.
L’identità del testimone resta top secret. Ma se la verità che porta con sé è quella che Le Iene ci suggeriscono, presto potrebbe scuotere le fondamenta di un caso che ha già visto troppe ombre.