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Il delitto di Garlasco: le dichiarazioni degli avvocati di Chiara Poggi, Stasi e Sempio

Delitto Garlasco Stasi Sempio

Dopo l'arresto di Stasi per il delitto di Garlasco, Andrea Sempio è sotto indagine: intervengono i legali coinvolti nel caso.

Per il delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco, c’è un nuovo indagato: Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco. Sempio era già stato indagato nel 2016 e ora è nuovamente sotto investigazione, con gli inquirenti che lo hanno convocato per un prelievo di un campione mandibolare. Dopo la riapertura del caso, nonostante la condanna di Stasi, intervengono tutti i legali coinvolti.

Il nuovo indagato nel caso del delitto di Garlasco

L’11 marzo 2025, la Procura di Pavia ha emesso un nuovo avviso di garanzia nei confronti di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, accusandolo di omicidio in concorso. La decisione è stata presa a seguito di nuove analisi del DNA, che precedentemente non erano utilizzabili, e che avrebbero rivelato il suo coinvolgimento.

Nonostante una prima richiesta di archiviazione, le indagini sono state riaperte grazie a un ricorso in Cassazione, che ha convalidato l’importanza delle nuove prove. Inoltre, il pubblico ministero ha chiesto ulteriori esami su impronte digitali e scarpe rinvenute nella casa di Chiara Poggi, evidenziando la necessità di esaminare ogni possibile indizio per chiarire la vicenda.

Nel 2015 Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, è stato condannato per l’omicidio, nonostante abbia sempre dichiarato la sua innocenza. Attualmente, Stasi sta scontando una pena di 16 anni di reclusione, ma ha il permesso di lasciare il carcere per motivi di lavoro.

Questi sviluppi mostrano un rinnovato impegno da parte delle autorità nel risolvere il caso, dopo anni di incertezze e procedimenti legali. Le indagini in corso potrebbero portare a nuove scoperte e, si spera, a una maggiore chiarezza sulla verità del delitto di Garlasco.

Delitto di Garlasco: le parole dei legali di Chiara Poggi, Stasi e Sempio

Un incubo senza fine per la famiglia della giovane uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Nonostante la condanna, gli ultimi sviluppi hanno portato all’intervento dei legali di Stasi:

“Arrivati a questo punto, essendo ormai vicini al fine pena, abbiamo intenzione di attendere gli sviluppi dell’indagine e soprattutto di vedere prima gli atti della Procura di Pavia, che sono ad oggi coperti da segreto istruttorio. Poi naturalmente agiremo”, afferma Giada Bocellari che insieme al collega, l’avvocato Antonio De Rensis, difende il 41enne.

Inoltre, il legale ha sottolineato:

Non faremo un’istanza di revisione del processo sull’onda mediatica, non abbiamo fretta di fare cose eclatanti, non si tratta ormai di tirare fuori qualcuno di galera, perché Alberto la pena l’ha già praticamente scontata”.

Al telefono con l’ANSA, Gian Luigi Tizzoni, storico avvocato della famiglia Poggi, ha invece dichiarato:

È il settimo tentativo di far cadere un giudicato ed è davvero raro, straordinario. Dopo la sentenza passata in giudicato della vicenda se ne sono occupati in totale una quarantina di magistrati, tutti sostenendo la piena responsabilità di Stasi. Attendiamo gli esiti di questa ulteriore inchiesta”.

All’epoca, Andrea Sempio aveva 19 anni, conosceva la giovane Chiara Poggi e frequentava la sua villetta in via Pascoli. Nei giorni precedenti al delitto, tra i due erano avvenute diverse brevi telefonate. Proprio per questa vicinanza, era stato interrogato durante la prima fase delle indagini. Un altro dettaglio emerso era che il suo numero di scarpe corrispondeva a quello delle impronte trovate sulla scena del crimine.

Nel 2016, Sempio, oggi 37enne, era stato indagato dalla Procura di Pavia e aveva fornito come alibi uno scontrino di parcheggio a Vigevano, conservato da tempo, per dimostrare che non si trovava a Garlasco la mattina dell’omicidio. Ora, la sua posizione è cambiata e si è aggravata. L’avvocato, Massimo Lovati, risponde così alle nuove indagini:

“È pronto a essere interrogato dal pm. Sta male, sto male anche io con lui perché non capiamo cosa stia succedendo. “E’ a casa dal lavoro, rischia anche il posto perché, lavorando a contatto col pubblico, è esposto. A furia di gettargli fango addosso, può perdere il lavoro. La prova delle scarpe? E’ già stata fatta, non capiamo a cosa serva rifarla”.