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DDL di Bilancio, caldaie senza bonus e sconti alle case green. Le novità a partire dal 2025

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Importanti emendamenti al DDL di Bilancio, con proposte che riguardano modifiche a vari incentivi fiscali e bonus su caldaie e case green

La maggioranza di Governo ha presentato un emendamento che prevede l’eliminazione degli incentivi per le caldaie a gas, in linea con la direttiva europea sulle case green. Nel testo del Ddl di Bilancio presentato dal Governo al Parlamento, tuttavia, non sarebbero previste modifiche ai bonus edilizi, che resterebbero invariati rispetto alle disposizioni già stabilite per il 2024. Ecco tutte le novità su caldaie e bonus case green.

DDL di Bilancio: l’emendamento per togliere i sussidi alle caldaie a gas

Il Governo sta valutando di bloccare gli incentivi fiscali per le caldaie a condensazione a partire dal 2025. Questo riguarderebbe due bonus attuali: l’ecobonus e il bonus ristrutturazioni. La modifica sarebbe in linea con le direttive europee per le case green, escludendo gli incentivi per le caldaie alimentate da combustibili fossili, ma mantenendo quelli per i sistemi ibridi.

Una proposta prevede la reintroduzione del bonus case green, abolito alla fine del 2023, che offre una detrazione del 50% dell’IVA sugli acquisti di case nuove, acquistate direttamente da costruttori o fondi immobiliari. L’ipotesi è di attivarlo nuovamente dal 2025 al 2027, con una rateizzazione degli sconti fiscali in dieci anni. Il costo stimato è di 22 milioni di euro all’anno.

DDL di Bilancio: ulteriori novità

Un emendamento, sostenuto dalla Lega e firmato da Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera, propone un contributo per l’acquisto di elettrodomestici almeno in classe B, pari al 30% del costo d’acquisto, con un massimale di 100 euro, elevato a 200 euro per famiglie con ISEE sotto i 25.000 euro.

Un altro emendamento della Lega propone di alzare il limite di reddito per accedere al regime forfettario, flat tax, per chi ha una seconda attività con partita IVA, passando dai 30.000 euro attuali a 50.000 euro.

Il Partito, infine, propone l’assegnazione di ulteriori 3 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, un progetto che ha suscitato critiche da parte delle opposizioni, come il PD, che accusa il governo di sottrarre risorse al Sud.

Questi emendamenti sono ancora in fase di discussione, con un incontro previsto tra i leader del Governo lunedì 25 novembre, per definire le decisioni finali.