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Dazi, Pan (Confindustria): "Minano fiducia, primo ingrediente per investire"

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Roma, 21 mar. (Adnkronos) - “Il convegno di oggi fa il punto sul momento storico che stiamo vivendo, che preoccupa molto le imprese: siamo di fronte ad una guerra dei dazi che speriamo finisca presto. Però” intanto “questi dazi minano la fiducia, il primo ingrediente per inv...

Roma, 21 mar. (Adnkronos) – “Il convegno di oggi fa il punto sul momento storico che stiamo vivendo, che preoccupa molto le imprese: siamo di fronte ad una guerra dei dazi che speriamo finisca presto. Però” intanto “questi dazi minano la fiducia, il primo ingrediente per investire, per credere in un progetto di costruzione di una società. I dazi hanno solo perdenti. Lanciati dall'attuale governo americano per riequilibrare il deficit che gli Stati Uniti hanno verso altri Paesi, sono una misura protezionistica che ha bisogno di una risposta unitaria da parte dell'Europa, che anteponga la necessità comunque di un grande dialogo”. Sono le parole di Stefan Pan, vicepresidente di Confindustria con la delega all'Europa, all’incontro organizzato a Roma dal Parlamento Europeo in collaborazione con il Csa – Centro studi americani, dal titolo “Le relazioni transatlantiche: nuove prospettive e sfide”.

“Dobbiamo rafforzare i rapporti, dobbiamo parlare e spiegare che i dazi hanno ricadute sulle proprie popolazioni e sulle proprie imprese, perdono tutti – aggiunge Pan – Quali sono le risposte che possiamo dare? L'Europa ha un grande tesoro che deve sfruttare: il mercato interno, che può essere ancora sviluppato ed è il migliore contro bilanciamento per le difficoltà che, probabilmente, andremo a incontrare su altri mercati, come gli Stati Uniti. Il potenziale di crescita, in base allo studio fatto dal Parlamento europeo, è di 2800 miliardi, quindi più del Pil italiano. È un mercato che abbiamo a disposizione, se togliamo i freni che al momento non ci permettono di sfruttare questo mercato, che sono l'ipertrofia regolatoria e i troppi ‘lacci e lacciuoli’ che frenano gli investimenti”.

“Dobbiamo intraprendere una visione di investimento comune. Il report di Draghi sulla competitività fa il punto, la bussola della competitività indica la strada e la nostra Confindustria, assieme alle altre Confindustrie europee, sono contente dell'indirizzo che viene dato – puntualizza – perché rimette al centro l'industria come motore della società e che ci permette di crescere e diventare un partner all'altezza degli Stati Uniti”.

“Dobbiamo fare di più, a livello di difesa, di ricerca e sviluppo, di allargamento ad altri mercati. Pensiamo al Mercosur e ad altri mercati emergenti, che dobbiamo presidiare mettendo sempre al centro il dialogo e cercando di spiegare il potenziale che abbiamo – spiega – Abbiamo appena presentato a Bruxelles l'esempio dell'economia circolare italiano. L'Italia ha dimostrato di sviluppare modelli di crescita che hanno la facoltà di superare di gran lunga la crescita normale del Pil. Con l'economia circolare cresciamo tre volte tanto, raggiungendo gli obiettivi che sono stati prefissati dall'Europa per il 2030 già nel 2021, creando un valore aggiunto sostenibile, in linea con i limiti della decarbonizzazione e rendendo il continente più forte”.

“Abbiamo un potenziale inespresso ancora grandissimo. Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare insieme, facendo squadra, con le istituzioni europee, governo e corpi intermedi, per creare il contesto per crescere insieme. Questa è la migliore medicina in un momento dove la guerra dei dazi sta andando su tutti i giornali tutti i giorni – conclude – creando tensioni che non servono a nessuno”.