> > Dazi di Trump: ecco i marchi più colpiti e il vero impatto per l'Europa

Dazi di Trump: ecco i marchi più colpiti e il vero impatto per l'Europa

marchi più colpiti dazi trump

Quali sono i marchi più colpiti dai dazi di Trump: da Jaguar Land Rover a Volkswagen, come l’aumento dei prezzi minaccia il mercato delle auto negli Stati Uniti e la competitività globale.

Uno tsunami sulle auto europee. E no, non è un’esagerazione. Quali saranno i marchi più colpiti dai dazi di Donald Trump? Ecco come sui dazi all’importazione rischia di scuotere l’industria automobilistica del Vecchio Continente come poche volte nella storia recente. Dal 2 aprile, chi vende auto negli Stati Uniti senza fabbriche locali pagherà il prezzo più alto. E il conto, neanche a dirlo, sarà salato.

I marchi più colpiti dai dazi di Trump: chi sono i giganti a richio?

Il caso più eclatante? Jaguar Land Rover. Ogni singola vettura che il marchio britannico piazza sul mercato americano è importata. Non una fabbrica negli States, non un’ancora di salvezza. Risultato? Il dazio del 25% colpirà l’intera produzione diretta oltreoceano. Ma non è l’unico colosso a tremare. Volkswagen, con l’80% delle sue vendite USA provenienti dall’estero, è subito dietro. Seguono Mercedes-Benz (63%), Bmw (52%) e Stellantis (45%). Una tempesta perfetta per le aziende che hanno investito poco in stabilimenti locali e che ora vedono i conti saltare.

E poi c’è la questione prezzi. Perché, alla fine, chi paga davvero? Facile: chi compra. Secondo le stime, il nuovo dazio comporterebbe un costo aggiuntivo di 3-3,5 miliardi di dollari per i produttori tedeschi di auto di lusso.

Marchi più colpiti dai dazi di Trump: ecco la stangata su chi compra

Tradotto in numeri più concreti: circa il 2% dei ricavi per Bmw, l’1% per Volkswagen, addirittura il 10% per Porsche. E Volkswagen ha esportato negli USA oltre 430 mila auto solo lo scorso anno. Fate due conti.

Ma la vera botta arriverà per chi si trova dall’altra parte del bancone: i clienti. Si parla di un rincaro medio di 7.600 dollari per ogni auto importata. Anche considerando un’ipotesi più soft, spalmata su tutte le vetture vendute negli States, il rincaro sarebbe di 3.800 dollari. Basta per scoraggiare un potenziale acquirente? Probabile. Basta per spingere i costruttori a rivedere le strategie? Sicuro.

Ora la domanda è: i marchi più colpiti dai dazi di Trump assorbiranno il colpo o scaricheranno tutto sui listini? La storia insegna che la seconda opzione è più probabile. Il rischio? Un effetto a catena che rallenta le vendite, riduce la competitività e alla fine, fa male a tutti. Anche agli stessi Stati Uniti, che potrebbero trovarsi con meno scelta e prezzi più alti. Ma si sa, nel gioco delle tariffe, qualcuno vince e qualcuno perde. E questa volta, l’Europa rischia grosso.