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L’imprenditore romano Danilo Coppola, condannato nel 2022 a sette anni di carcere, è stato estradato in Italia ed è stato imbarcato questa mattina su un volo partito da Abu Dhabi e diretto a Roma Fiumicino.
Danilo Coppola estradato in Italia
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, esprime soddisfazione per la decisione presa dalle competenti autorità giudiziarie e governative degli Emirati Arabi Uniti. Solo lo scorso maggio le autorità avevano negato l’estradizione.
La decisione è stata assunta dopo intense attività giuridico-diplomatiche negli ultimi mesi. Il ministro Nordio aveva fatto visita ad Abu Dhabi a febbraio.
“Vorrei esprimere la mia gratitudine al ministro Al Nuaimi per la intensa collaborazione che abbiamo sviluppato nell’ambito del trattato bilaterale di estradizione: nei prossimi giorni gli parlerò per ringraziarlo personalmente”.
I legali dell’imprenditore e lo stato di salute di Danilo Coppola
L’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi assieme al collega Pietro Pomanti sollevano la questione relativa alle condizioni di salute dell’imprenditore.
“Siamo vivamente preoccupati delle condizioni di salute del nostro assistito che da tempo è seriamente affetto da gravi patologie cardiovascolari“.
A tal proposito, l’intenzione dei legali è quella di avanzare una istanza al tribunale di Sorveglianza di sospensione della esecuzione della pena con la richiesta di detenzione ai domiciliari per le condizioni di salute. Attualmente l’uomo si troverebbe nel carcere Mammagialla di Viterbo.
La pena da scontare dell’imprenditore Danilo Coppola
L’immobiliarista era stato arrestato a dicembre su mandato d’arresto internazionale emesso dall’ufficio esecuzione della procura di Milano per scontare un residuo pena di 6 anni, 5 mesi e 12 giorni della condanna definitiva a 7 anni per il fallimento del Gruppo Immobiliare 2004, e delle società Mib Prima e Porta Vittoria.
La pena definitiva era di 7 anni, poi ridotta a 6 anni, 2 mesi e 12 giorni considerando il periodo già trascorso tra carcere e domiciliari in fase cautelare. A cui sono stati aggiunti, poi, tre mesi per una condanna per diffamazione a Bergamo.