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La determinazione di Daniela Santanchè
Daniela Santanchè, attuale ministra del Turismo, ha recentemente dichiarato di non avere intenzione di dimettersi dal governo, a meno che non sia il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a richiederlo esplicitamente. Questa affermazione arriva in un momento delicato, dopo il suo rinvio a giudizio per presunte irregolarità nei bilanci di Visibilia, una delle società da lei fondate. Santanchè ha espresso la sua serenità riguardo alla situazione, affermando: “Sono tranquillissima. Continuo a lavorare e a fare le cose che devo fare”. La ministra ha sottolineato che le accuse mosse contro di lei non hanno alcuna rilevanza politica e che si tratta di un processo di natura imprenditoriale.
Il sostegno del governo e delle alleanze
Nonostante le pressioni e le critiche, Santanchè ha ricevuto un forte sostegno da parte dei suoi alleati politici. Ha evidenziato come il governo si sia compattato attorno a lei, con figure di spicco come Matteo Salvini e Antonio Tajani che hanno espresso la loro solidarietà. “Sono usciti in mia difesa Salvini, Tajani, tutta la Lega, Forza Italia, Noi Moderati”, ha dichiarato. Questo sostegno potrebbe rivelarsi cruciale nel caso di una mozione di sfiducia parlamentare, promessa dalle opposizioni. Santanchè ha mostrato una certa sicurezza, affermando che il governo è unito e pronto a fronteggiare qualsiasi attacco.
Le accuse e la risposta della ministra
Le accuse di false comunicazioni sociali che gravano su Santanchè sono state da lei definite come “un reato che in tanti Paesi nemmeno c’è”. La ministra ha ribadito di non aver mai ricevuto accuse relative alle sue funzioni di ministro, sostenendo di aver sempre agito con disciplina e onore. “Grazie a Dio non ho nessuna condanna, non c’è nessun fallimento, nessuna bancarotta”, ha affermato con fermezza. Inoltre, ha chiarito che la sua società, Visibilia, è ancora attiva e non è fallita, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni critici. Santanchè ha espresso fiducia nel fatto che le questioni legali in corso si risolveranno a suo favore, confidando nell’assoluzione in Cassazione prevista per la fine di gennaio.