Franca Rame nasce a Villastanza in provincia di Milano nel luglio del 1929, suo padre era un attore di teatro e la madre era un’insegnante oltre che a essere anch’essa un’attrice. La sua famiglia ha tradizioni teatrali sopratutto nel teatro dei burattini e delle marionette con una storia di diversi secoli. Essendo figlia d’arte intraprende la stessa strada. Il suo debutto sul palco avviene precocemente ricoprendo il ruolo dell’infante negli spettacoli che la sua famiglia allestiva in giro per tutto il paese.
Franca Rame: la vita privata e teatrale
Nel 1950, all’età di 21 anni, decide insieme alla sorella di dedicarsi alla vera e propria professione di attrice teatrale, preferendo le compagnie teatrali diversamente dalla famiglia di origine. Nello stesso anno viene scritturata per lo spettacolo “Ghe pensi mi” , prosa di Tino Scotti. In quegli anni conosce Dario Fo, unico uomo della sua vita. Si sposeranno solamente tre anni dopo, da lì in poi la sua vita professionale sarà sempre intrecciata e condivisa con quella del marito con il quale fonda una compagnia teatrale nella quale lei è naturalmente attrice oltre che amministratrice. Durante gli anni sessanta riscuote molti successi dai teatri cittadini istituzionali.
Corre l’anno 1968 e l’attrice insieme alla sua compagnia escono dall’ETI, Ente Teatrale Italiano e fonda un collettivo dal nome Nuova Scena che avrà vita breve per delle divergenze interne e che si dividerà in tre team diversi. A capo di uno di questi vi è proprio Franca Rame con “La Comune”. Questo nuovo gruppo di lavoro organizza spettacoli teatrali nei circoli Arci come veniva fatto dalla vecchia compagnia Nuova Scena. Inoltre, porta lo spettacolo teatrale in luoghi dove fino a qualche anno prima sembrava impensabile come ad esempio le case del popolo, nelle fabbriche e nelle scuole. Il suo obiettivo era quello di portare la commedia alla portata di tutti, anche dei più piccoli.
Franca Rame: l’impegno politico
Lo stile teatrale della compagnia guidata da Franca Rame era per la maggiore quello della satira e della controinformazione politica a volte anche con un tono molto feroce. All’inizio degli anni di piombo, per la precisione nel marzo del 1973, probabilmente per i toni e i temi toccati, l’artista viene rapita da un gruppo di esponenti di estrema destra. Durante la sua prigionia è sottoposta a violenza fisica. Franca Rame non ne ha mai fatto segreto anzi ne parlava proprio per dar forza a molte donne che avevano subito la sua stessa brutta esperienza e proprio per questo nel 1982, porta a teatro il monologo “Lo Stupro”, interpretato e scritto proprio da lei. Alla fine degli anni settanta partecipa al movimento femminista portando anche in scena altre opere. Tra le più famose troviamo “La Madre” e “Grasso è Bello”.
Franca Rame per tutta la vita impegnata nel sociale e in politica, nel 2006, si candida capolista al senato nel nord Italia nella lista dell’Italia dei Valori e viene eletta proprio nella circoscrizione del Piemonte. Nello stesso anno Antonio Di Pietro la propone come candidata alla presidenza della Repubblica tanto da guadagnare ventiquattro voti. La sua esperienza al senato però è molto breve, infatti nel 2008, lascia il Senato della Repubblica italiana perché non riusciva più a condividere gli orientamenti governativi di quegli anni. Nel 2012 viene colpita da un ictus e ricoverata di urgenza ma nel maggio del 2013. Franca Rame muore all’età di 84 anni, lasciando nel dolore più atroce il suo amato marito Dario Fo che non la dimenticherà mai fino all’ultimo giorno della sua vita.