**Cultura: Sgarbi in mirino opposizioni ma Meloni attende Antitrust, 24 giorni per 'verdetto'**

Roma, 22 gen. (Adnkronos) - La deadline è fissata al 15 febbraio, giorno in cui l'Autorità garante della concorrenza e del mercato dirà la sua sul caso Sgarbi. Sentenziando se il sottosegretario abbia violato o meno la legge Frattini che vieta ai titolari di cariche di gove...

Roma, 22 gen.

(Adnkronos) – La deadline è fissata al 15 febbraio, giorno in cui l'Autorità garante della concorrenza e del mercato dirà la sua sul caso Sgarbi. Sentenziando se il sottosegretario abbia violato o meno la legge Frattini che vieta ai titolari di cariche di governo attività parallele. Sotto la lente di ingrandimento dell'Antitrust -chiamata dal ministro Gennaro Sangiuliano a intervenire -, l'operato da conferenziere del critico d'arte, ma anche, in seconda battuta, l'attività editoriale del sottosegretario.

Che rischia il 'cartellino rosso' dall'esecutivo, se la pronuncia dell'Autorità chiamata a vigilare dovesse essere sfavorevole. Nel governo, infatti, i dubbi sono pochi: "24 giorni ancora per capire se Sgarbi è dentro o fuori", dice un autorevole fonte dell'esecutivo all'Adnkronos. Confermando che il verdetto dell'Antitrust sarebbe decisivo per Giorgia Meloni.

A decidere del futuro dei sottosegretari è, per legge, il presidente del Consiglio, nelle cui mani i sottosegretari giurano. Ed è proprio il premier a poterli sollevare dal mandato, chiedendo loro un passo indietro.

Se l'Antitrust dovesse sentenziare una violazione della legge da parte di Sgarbi nel ruolo che il critico d'arte riveste al governo, la richiesta di lasciare viene data da molti un fatto pressoché scontato: "perché Giorgia esige che nel governo ciascuno di noi dia l'esempio, è una svista simile sarebbe difficile da mandare giù", il ragionamento che rimbalza. E questo al netto delle altre tegole cadute sulla testa di Sgarbi dopo l'affaire sulle presunte conferenze e presentazioni a pagamento, come il caso del quadro di Rutilio Manetti su cui indaga la procura di Macerata.

E su cui sferrano l'attacco le opposizioni ricompattate dal sottosegretario, mettendo tutto, guai vecchi e nuovi, nel calderone.

Oggi alla Camera Pd, M5S e Avs hanno infatti presentato la loro mozione di sfiducia, citando le polemiche di stampa per i compensi dovuti per "aver presenziato a inaugurazioni, mostre, conferenze, premi e manifestazioni culturali" nonché la vicenda del quadro di Manetti, di proprietà dello stesso Sgarbi ma simile a un dipinto trafugato nel 2013 al castello di Buriasco di Torino e su cui indagano gli inquirenti.

I deputati firmatari della mozione chiedono al governo di "avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato del professor Vittorio Sgarbi". Ma è ancora presto per capire che ne sarà del suo futuro in via del Collegio Romano. La deadline è fissata al 15 febbraio.