> > Cugine morte in un incidente sull'A22: la decisione inaspettata dei giudici d...

Cugine morte in un incidente sull'A22: la decisione inaspettata dei giudici del tribunale di Trento

cugine morte

Le due cugine, promesse del pattinaggio, morirono in un incidente sulla A22 a Mattarello (Trento) il 27 ottobre 2017: arriva la sentenza.

Il tragico incidente avvenne nel 2017, quando l’auto guidata dalla donna, Monica Lorenzatti, si schiantò sotto il rimorchio di un tir sull’A22. Nello schianto persero la vita sua sorella, sua figlia e sua nipote. Per la morte delle due cugine promesse del pattinaggio, Gioia Virginia Casciani e Ginevra Barra Bajetto, sono arrivate le condanne.

L’incidente mortale il 27 ottobre 2017

Gioia e Ginevra, di 9 e 17 anni, stavano tornando da una gara a Merano insieme a Graziella Lorenzatti, madre di Ginevra e sorella gemella di Monica. L’auto su cui viaggiavano si schiantò violentemente contro un tir che frenò bruscamente in autostrada. Le due cuginette morirono sul colpo, mentre Graziella Lorenzatti si spense quasi due anni dopo in ospedale, senza mai riprendere conoscenza.

La conducente dell’auto non riuscì a evitare l’impatto, denunciando il mancato funzionamento delle luci dei freni posteriori del camion e un montaggio inadeguato della barra para incastro del rimorchio.

Cugine morte nell’incidente sull’A22, due condanne: la sentenza

La tragedia, costata la vita a Gioia Virginia Casciani, Ginevra Barra Bajetto e Graziella Lorenzatti, ha portato alla condanna a due anni di Monica Lorenzatti, madre di Gioia e zia di Ginevra, e del conducente del camion contro cui si schiantò la Ford Focus guidata dalla donna.

Entrambi sono stati giudicati responsabili di omicidio stradale in concorso per il tragico incidente avvenuto il 27 ottobre 2017 sull’A22, nei pressi di Mattarello.

Puntavamo all’assoluzione, il fatto era imprevedibile e inevitabile. Siamo convinti della non colpevolezza della nostra assistita, abbiamo lavorato per questo”. I legali dichiarano di essere pronti per fare ricorso.

Alla donna il carcere non la spaventa e intende continuare a lottare per l’assoluzione. Dal giorno dell’incidente, vive in una prigione di dolore, segnata da una sofferenza indescrivibile, come ha raccontato a La Stampa.

Niente è più come prima e non lo sarà mai più. Io viaggiavo a 78 chilometri orari e quel tir davanti a noi ha decelerato da 90 chilometri orari a 7 nel giro di pochi secondi, senza segnalatori luminosi di stop. Come potevo evitarlo?”.

L’avvocato di Alberto Marchetti, il camionista coinvolto nell’incidente, ha espresso la sua delusione per la condanna al Corriere della Sera, definendola molto severa. L’uomo, ormai in pensione, sarebbe molto segnato dalla disgrazia.