Proseguiamo l’interessante e divertente viaggio virtuale intrapreso qualche giorno fa da Historyblog alla scoperta dei sapori e degli odori tipici della cucina romana, soprattutto quella di epoca imperiale.
Parliamo del pane, che occupava un posto fondamentale nell’alimentazione e non mancava mai sulle tavole dei cittadini.
A Roma si producevano diversi tipi di pane: quello bianco, molto amato e diffuso, veniva ottenuto dalla lavorazione di una farina di grano tenero; il pane di crusca, più grezzo, era particolarmente apprezzato per le sue note proprietà lassative.
C’era poi quello che veniva chiamato pane bigio, realizzato con un tipo di frumento di qualità più scadente, ma consumato abbondantemente anche negli ambienti altolocati, tanto che l’Imperatore Augusto, era solito gustarlo accompagnato da datteri o con qualche chicco d’uva.
Il cosiddetto pane nero o plebeius infine, era riservato ai poveri.
I romani non avevano l’abitudine di prendere il dolce a fine pasto, che di solito si concludeva con un po’ di frutta (pesche e albicocche le predilette); l’ingrediente principale dei dolci e dei biscotti era il miele, di cui si faceva larghissimo uso, tanto da far dire al poeta Marziale, che le api si indistriavano tanto solo per servire i pasticcieri di Roma e i golosi palati dei suoi abitanti.