Cucina romana: legumi e verdure. Le zuppe

Minestre e zuppe nella cucina romana

La zuppa era uno dei piatti tipici della cucina romana; gli ingredienti base erano legumi e verdure, che i romani consumavano in gran quantità.

Una minestra di successo era la ptisana, preparata dopo aver messo a mollo l’orzo per almeno 24 ore, e aggiungendo poi lenticchie, piselli e ceci; questi ultimi, lessi o arrostiti, venivano serviti spesso dopo il pasto per invogliare i commensali a bere ancora vino.

La zucca veniva cucinata e mangiata in molti modi diversi, ma soprattutto lessata, tagliata a fettine e condita in insalata o cotta in teglia con aromi; il cavolo, anch’esso apprezzato dai romani, si consumava crudo intinto nell’aceto oppure lessato e condito con cumino, sale e olio.

Le olive non mancavano mai, sia a inizio che a fine pasto.

Tuttavia esisteva, come sempre, una notevole differenza tra il cibo dei ricchi e quello dei poveri; alimenti come il lampascione o gli asparagi, decisamente costosi, non comparivano praticamente mai sulle tavole dei meno abbienti, la cui pietanza principale consisteva quasi sempre in fette di aglio e cipolla condite con olio e aceto, lo stesso pasto dato in dotazione ai soldati.

Nei banchetti delle persone danarose e altolocate infine, facevano quasi sempre bella mostra di se i boleti, pregiatissima qualità di funghi che si rivelò la passione fatale dell’imperatore Claudio, avvelenato con un piatto della sua ghiottoneria preferita.