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Bergamo, primario di pneumologia: “Alcuni pazienti faticano a guarire”

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Sull'emergenza coronavirus a Bergamo, il primario di pneumologia fa sapere: "Non abbiamo più nuovi casi intesi, ma pazienti che faticano a guarire".

Restano impresse le immagini dell’esercito che lentamente abbandonano la città, i reparti di terapia intensiva saturi, gli ospedali al collasso. Si ricordano i medici e gli infermieri esausti, il dirompente silenzio che per le strade a lungo ha sostituito la frenetica routine dei suoi cittadini. Il coronavirus a Bergamo ha distrutto intere famiglie. Aleggia un clima di lutto, ma la città resta incantevole nel suo fascino sobrio ed elegante. La voglia di rinascere non manca. All’indomani dell’emergenza sanitaria, nonostante il virus sia ancora presente, la città cerca di rialzarsi. La situazione negli ospedali sembra stia migliorando, ma il coronavirus a Bergamo non è ancora debellato: a spiegarlo è Fabiano Di Marco, primario di pneumologia all’ospedale Giovanni XXIII, simbolo della città e dell’emergenza Covid-19.

Coronavirus Bergamo, le parole del primario pneumologia

Appena nominato Cavaliere al Merito dal presidente Mattarella, il dottor Fabiano Di Marco ha rilasciato un’intervista a Sky Tg24.

Sull’attuale situazione all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, dove lavora, ha spiegato: Non abbiamo più nuovi casi intesi come gravi insufficienze respiratorie da Covid-19. Tuttavia, abbiamo pazienti in terapia intensiva che faticano a guarire, anche dopo settimane o addirittura mesi”. Quindi ha aggiunto: “Ricoveriamo pazienti con tampone positivo, ma che è una cosa un po’ diversa, richiede un’organizzazione all’interno dell’ospedale più complicata perché sono percorsi tutti doppi. La fase più importante è rivalutare i pazienti dimessi in questi mesi, che non sono totalmente guariti. Qui a Bergamo saranno tanti. Cercheremo di fare del nostro meglio per seguirli“, ha assicurato.

Sulla ripartenza dell’Italia ha commentato: “Siamo stati cauti per giorni dopo la riapertura e posso dire, dopo che sono trascorse settimane, che a Bergamo vediamo pochi casi. Quindi ha ribadito: “I pazienti in terapia intensiva sono quelli che dopo settimane o mesi di ricovero fanno fatica a uscire”. Per Di Marco la strada giusta è “la cautela, pur mantenendo dell’ottimismo”. Ripensando alle difficoltà incontrate nel pieno dell’epidemia, il suo pensiero è rivolto ai colleghi che si sono ammalati. “È una cosa che lascia il segno, vedere un medico che richiede di essere rassicurato di fa capire cosa prova realmente chi medico non è”, ha dichiarato.