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Fase 2, Galli: "Siamo in stato confusionale, indicazioni non facili da applicare"

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Mentre molti negozianti scendono in piazza per manifestare contro le mancate riaperture, Galli frena questo impulso sulla ripresa nella fase 2.

L’Italia si avvia verso la fase 2 e dal 4 maggio inizia a riaprire le prime attività produttive, ma l’infettivologo Massimo Galli non è certo che tutto stia filando liscio. “È un grande problema“, ha detto il direttore del reparto di malattie Infettive all’ospedale Sacco di Milano, “stiamo in uno stato confusionale“. Un problema perché – spiega Galli su La7 – “le indicazioni date non credo che siano facili da recepire e da applicare allo stato attuale dei fatti”.

A L’aria che Tira, l’esperto ha espresso i suoi timori sulla ripresa: “Sono francamente preoccupato dal fatto che ci sia questa quasi smania legittima di ripresa delle attività, senza che, tuttavia, siano definite con chiarezza delle gerarchie di importanza e di necessità”.

Fase 2, i timori di Massimo Galli

Mentre molti commercianti e negozianti scendono in piazza in rivolta per manifestare contro le mancate riaperture, Massimo Galli frena questo impulso sulla ripresa nella fase 2. “Tutto dipenderà da come andrà e da come si riuscirà a mantenere il contenimento nel contesto della riapertura”. Da ciò dipenderà anche la possibilità o meno di andare in vacanza quest’estate.

Sulla possibilità, invece, di riaperture differenziate per Regione – a partire forse dal 18 maggio – Galli commenta: “Secondo me, sta nella logica delle cose, perché siamo di fronte a una realtà che è estremamente differenziata. Tuttavia, l’apertura differenziata passa attraverso un punto fondamentale, che vale dalla Calabria al Trentino Alto Adige: il distanziamento sociale, che ha determinato sicuramente una riduzione massiccia delle nuove infezioni, è stato fatto chiudendo in casa molte persone con infezione. Riaprendo, dobbiamo per forza tentare di sapere quante persone sono infettate in casa e come stanno”.

Infine, l’infettivologo conclude ricordando che il rispetto nelle norme anche nella fase 2 “è fondamentale. Ma è altrettanto importante sapere esattamente da parte dei cittadini cosa voglia dire ‘comportarsi bene’. E questo non è del tutto ancora chiarito per alcuni aspetti e per alcune circostanze”.