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Il Coronavirus cancellerà mezzo milione di posti di lavoro

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Coronavirus, sarà una vera e propria crisi per il mercato del lavoro: l'emergenza sanitaria cancella mezzo milione di posti.

La crisi dovuta al Coronavirus porterà a un taglio di mezzo milione di posti di lavoro. E attualmente un dipendente su due è già in cassa integrazione. Sono queste le stime che emergono dal Def: l’esecutivo stima che quest’anno gli occupati caleranno del 2,1%. Il che significa che si perderanno quasi mezzo milione di posti, calcolandoli sulla rilevazione delle forze di lavoro (gli occupati nel 2019 erano 23.360.000). Il calo, come evidenzia il Def, sarà del 2,2%, cioè di 560 mila posti di lavoro, se riferito all’aggregato di contabilità nazionale (occupati 2019 pari a 25,5 milioni) che include anche i lavoratori in nero. E si tratta di un impatto del coronavirus sul mercato del lavoro mitigato dagli ammortizzatori sociali. Infatti, l’Istat considera ancora occupati i lavoratori per i primi 3 mesi di cassa integrazione.

Coronavirus: sarà crisi lavoro

Secondo il Def, inoltre, l’occupazione espressa in unità di lavoro equivalente, cioè a tempo pieno, e il monte ore lavorato in un anno crolleranno nel 2020: “Rispettivamente del 6,5 e del 6,3%” sul 2019. Ciò comporta che non solo ci saranno meno occupati, ma che molti saranno costretti a passare dal tempo pieno al part time o da lavori stabili a precari. “Nonostante le rilevanti misure adottate a tutela dell’occupazione dipendente, la crisi colpirà inevitabilmente alcune tipologie di lavoro, in particolare quelle stagionali e quelle con contratti a termine”. La situazione migliorerà nel 2021. “Il tasso di disoccupazione peggiora nel 2020 all’11,6% (10% nel 2019) e recupera parzialmente all’11% nel 2021”, è la stima del Def.

Altro aspetto da prendere in esame è la cassa integrazione: il numero di lavoratori per i quali le aziende hanno chiesto questo sostegno è pari a 7,3 milioni, ai quali andranno aggiunti quelli interessati alla cassa in deroga (possibile anche per le aziende con un solo dipendente), dove i dati affluiscono con ritardo dalle Regioni all’Inps. Un dato senza precedenti. Secondo il Cura Italia potrà durare al massimo 9 settimane, ma altre 9 verranno concesse con il decreto legge che il governo promette di approvare in settimana. I Consulenti del lavoro hanno calcolato che un dipendente con una retribuzione di 1.324 euro netti perde 472 euro e prende così non più di 851 euro, a meno che non ci siano integrazioni della sua azienda.

Le nuove opportunità di lavoro

I settori più a rischio sono turismo, ristorazione, ferrovie, voli. In altri potrebbero crearsi opportunità, probabilmente temporanee (consegne e logistica, pulizie e sanificazioni, produzione dpi). Come quelle annunciate da agenzie di lavoro alla ricerca di: “Mille addetti al controllo accessi” per aziende. Si occuperanno appunto di “controllo accessi, gestione code e misurazione della temperatura”, con contratti “a tempo determinato, con possibilità di proroghe”.