Novità nelle indagini sulla morte di Maria Ungureanu, la bambina di 9 anni trovata morta nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento (Campania).
Secondo quanto riferito da Urban Post, Giovanni Conzo, procuratore aggiunto di Benevento, avrebbe avviato le pratiche per richiedere la riesumazione della salma a quasi tre anni dalla scomparsa. La richiesta, inoltrata al Gip titolare dell’inchiesta, ha l’obiettivo di eseguire “accertamenti di natura genetica su possibili tracce biologiche”.
Il procuratore ritiene infatti che sia possibile estrarre il Dna da tracce biologiche presenti sui vestiti di Maria. In particolare, intende esaminare un bottone, un paio di pantaloncini e una maglietta rinvenuti sul luogo del ritrovamento del corpo.
Tutti gli indumenti sono stati repertati dalla polizia scientifica.
Le indagini
La piccola Maria Ungureanu, di origini rumene, è morta per annegamento il 19 giugno 2016. Sul suo corpo, durante l’autopsia, i medici legali hanno rinvenuto segni di abusi sessuali post mortem “reiterati nel tempo”. Le indagini hanno condotto a Daniel e Cristina Ciocan, anch’essi di nazionalità rumena, amici e vicini di casa della famiglia Ungureanu. Ai due fratelli sono stati imputati i reati di omicidio e violenza sessuale.
Per tre volte gli inquirenti hanno inoltrato una richiesta di arresto nei loro confronti, ma ogni volta questa è stata respinta per insufficienza di prove. Nel frattempo, il Gip ha disposto ulteriori indagini nel confronti dei genitori della bambina, in particolare del padre Marius, indagato per abusi sessuali.
Lo scorso gennaio, la Procura, sulla base delle decisioni del tribunale del Riesame e della Cassazione, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo a carico dei fratelli Ciocan.
Ma in seguito all’opposizione della famiglia di Maria, attraverso i propri legali, la magistratura ha stabilito una proroga delle indagini.