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Dalla testimonianza dell’infermiera di turno al Santobono, nella notte del crollo del ballatoio alla Vela Celeste di Scampia, emerge l’emozione, la paura ed il dolore di chi ha vissuto i primi momenti dopo la tragedia.
Il racconto dell’infermiera
L’infermiera ha affidato all’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” il racconto di quanto accaduto nella notte di lunedì al Pronto Soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli.
Erano poco dopo le dieci quando una macchina arriva correndo e suonando il clacson all’impazzata, ancora prima di varcare il cancello dell’ospedale:
“‘Sarà la solita febbre da poche ore’, indossiamo i guanti, apriamo la porta del pronto soccorso per uscire fuori a controllare”.
In questo momento Federica, questo il nome dell’infermiera, inizia a provare delle emozioni mai vissute: si sente persa, inerme, vuota, è tutto surreale racconta.
I primi soccorsi
Uscite fuori, le due infermiere, si trovano una situazione difficile da raccontare: le urla, il sangue, le lacrime, e il terrore per quanto accaduto nei momenti precedenti:
“Codice rosso, codice rosso, è caduto un ballatoio della vela celeste stanno un sacco di bambini. Suoniamo il pulsante di emergenza senza conoscere nemmeno la gravità della situazione, le portiamo nella stanza dei codici rossi, corrono tutti i miei colleghi, medici e infermieri, come una mandria ci siamo riversati tutti sulle piccole, parametri, accesso venoso, farmaci, ossigeno, sangue”.
A lanciare l’allarme due uomini che, tra le braccia, sorreggono le prime bambine estratte dalle macerie, ma presto la situazione diventa ancor più drammatica. Dopo pochi minuti, il numero delle bambine da due diventerà sette:
“Non dimenticherò mai quei volti ricoperti di paura, le lacrime, lo shock sul viso di chi era presente e ha visto tutto”.
La forza degli infermieri nell’emergenza
Dal racconto emerge il coraggio, la forza e la professionalità del personale medico, del pronto soccorso pediatrico partenopeo, durante l’emergenza dopo il crollo:
“Il mio lavoro è una missione e non immaginerei mai di svolgerla con persone migliori di quelle che sono accanto a me ogni giorno, quindi grazie ad ognuno di voi perché mi fate scoprire, in ogni turno, che a volte anche un granello di sabbia può fare una differenza enorme”, si conclude così il racconto toccante e profondo dell’infermiera.