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Crisi Stellantis: rivoluzione in Peugeot e Jeep, addio ai top manager

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Stellantis affronta una crisi tra riorganizzazioni e cali di vendite. Peugeot cambia leadership, mentre Jeep passa sotto nuove direzioni. Le strategie aziendali basteranno a risollevare il gruppo?

Il colosso automobilistico Stellantis attraversa una fase di profonda trasformazione. La repentina uscita di Carlos Tavares lo scorso dicembre ha innescato un effetto domino che sta ridisegnando la mappa del potere nel quarto produttore mondiale di auto, mentre il mondo dell’automotive affronta le sfide della transizione elettrica.

Stellantis tra crisi e riorganizzazione: cambi ai vertici di peugeot e jeep

La scacchiera dei vertici aziendali vede nuove pedine in posizioni strategiche. Linda Jackson, figura storica del gruppo con un passato in Jaguar e alla guida di Citroen, lascia il testimone ad Alain Favey al timone di Peugeot. Il marchio Jeep, simbolo della potenza americana del gruppo, passa nelle mani di Bob Broderdorf, mentre Antonio Filosa – nome che circola con insistenza come possibile successore di Tavares – accumula responsabilità assumendo il controllo globale della qualità, oltre al suo ruolo di chief operating officer delle Americhe.

Nel labirinto della riorganizzazione emerge la figura di Olivier Frarmis, l’artefice del successo della Fiat 500 negli Stati Uniti, che ora orchestrerà il Marketing Office per tutti i 14 brand del gruppo. Anne Abboud prende le redini di Stellantis Pro One, la divisione veicoli commerciali che rappresenta un tassello cruciale nel mosaico aziendale.

Stellantis tra crisi e strategie: jeep e peugeot nel piano di riorganizzazione

John Elkann, alla guida temporanea del gruppo, sta tessendo una tela di semplificazione aziendale che punta all’efficienza. La fusione dei dipartimenti Corporate Affairs e Communications sotto Clara Ingen-Housz riflette questa strategia di snellimento decisionale.

Ma i numeri raccontano sfide concrete: il mercato italiano mostra segnali di sofferenza e crisi, con un calo delle vendite del 15,8% a gennaio, dopo un 2024 già in discesa. Nonostante questo, la quota di mercato in Italia risale al 31,1%, un segnale di resilienza in un panorama complesso.

La partita per la successione di Tavares resta aperta. Gli azionisti chiave – dalle famiglie Elkann-Agnelli ai Peugeot, passando per la banca pubblica francese Bpifrance – potrebbero cercare un profilo orientato al tech e al software, cruciale per navigare le acque turbolente della transizione elettrica e della competizione con Cina e USA.