Milano, 20 gen. (Adnkronos) – Uomo di potere osannato e odiato, capro espiatorio della stagione del malaffare, esiliato illustre per alcuni, latitante per altri. Cos’è stato Bettino Craxi? Se lo chiede a 25 anni dalla morte del leader socialista l’editorialista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, autore del libro ‘Craxi, l’ultimo vero politico’ (Rizzoli editore).
Parte dalla malattia e poi dalla morte dell’ex presidente del Consiglio ad Hammamet, dove era sfuggito all’arresto nell’inchiesta Mani pulite, il racconto di Aldo Cazzullo, atterrato a Tunisi a fine ottobre 1999. I ricordi personali del giornalista, che 25 anni fa ha seguito la malattia, il disperato intervento chirurgico, la morte e il funerale di Craxi, si allargano poi nel racconto “dell’uomo e del politico che più̀ di ogni altro ha rappresentato la modernizzazione dell’Italia repubblicana e la caduta del sistema dei partiti”.
Un ritratto in chiaroscuro, impreziosito da aneddoti personali e da molte fotografie, che punta a ricostruire la storia del giovane militante, l’ascesa al potere del segretario socialista, i rapporti con i leader nazionali e internazionali del suo tempo, dando conto della dimensione umana e intima del politico che fu Craxi anche nei mesi concitati dell’epilogo della sua parabola, senza nasconderne gli errori e le responsabilità. Fino a tracciare un’analisi della sua eredità e il nodo mai sciolto della fine della Prima Repubblica.
“Io sono uno dei milioni di italiani a cui quando Craxi era Craxi non piaceva, perché lo trovavo arrogante”, ha raccontato Cazzullo, spiegando però la scelta di scrivere questo libro “perché questa storia l’avevo dentro. La morte di Craxi è uno dei servizi che mi ha segnato di più”.
‘Craxi, l’ultimo vero politico’ (Rizzoli editore) è stato presentato questa sera alla libreria Mondadori di piazza Duomo a Milano dall’autore, in un dialogo, coordinato dalla giornalista del Corriere della Sera Elvira Serra, con Fabrizio Cicchitto, parlamentare socialista per tre legislature, con il direttore editoriale del Giornale Vittorio Feltri e con il direttore del Fatto Quotidiano.it Peter Gomez.
“Erano tutti ladri meno Craxi”, Tutti i socialisti prendevano i soldi meno lui. Viveva come uno straccione.
“Craxi è stato condannato come un ladro, ma era l’unico non ladro di tutta la compagnia. È stato il più bravo uomo politico che l’Italia ha avuto dal dopoguerra”, ha detto Feltri, chiedendo scusa al leader socialista “per averlo definito ‘cinghialone’” in un articolo. Gomez ha raccontato delle telefonate scambiate con Craxi in esilio ad Hammamet, ma anche la “delusione” provata con la stagione di Mani pulite. “Bettino Craxi è stato uno dei più grandi politici, forse l’ultimo, ma non possiamo nascondere che quel sistema si e suicidato. Viva Bettino Craxi politico che guardava all’Europa, abbasso Bettino Craxi che violava le leggi”.
Cicchitto ha condiviso il ricordo del primo incontro con il leader socialista a 19 anni, ai tempi dell’università, e una conversazione avuta con lui anni dopo sul sequestro di Aldo Moro: “Era una persona di estrema contraddittorietà, poteva essere durissimo oppure avere dei momenti di commozione, come quello che ebbe con me rispetto ad Aldo Moro”.