Il tema del ruolo dell’Italia nella NATO è finalmente emerso in questa campagna elettorale europea, con alcune forze che auspicano l’uscita del Paese dall’Alleanza Atlantica.
Cosa succede se l’Italia esce dalla Nato? Le implicazioni
Un’eventuale uscita dell’Italia dalla NATO, però, in molti pensano che dovrebbe essere accompagnata dalla coerenza di costruire una difesa comune europea, per non rimanere un “Paese disarmato” e permettere una reale autonomia dagli Stati Uniti.
Infatti, dati dell’Alleanza rivelano che l’Italia è rimasta l’unico Paese a non rispettare l’impegno di aumentare le spese per la difesa al 2% del PIL, mentre gli altri alleati, come la Germania, stanno mantenendo le promesse.
L’Italia spende solo l’1,5% del PIL per la difesa, risultando per il momento di fatto “sostanzialmente disarmata”, o almeno questo è quello che emerge attualmente. Certamente le politiche estere che promuovono la pace sono ben viste dal popolo italiano, questo non toglie il fatto di pensare a politiche di prevenzione.
Cosa succede se l’Italia esce dalla Nato? Le conseguenze
Se davvero si volesse percorrere la strada di un esercito e una difesa comune europea svincolata dagli USA, secondo stime dei militari tedeschi, gli europei dovrebbero spendere il 5% del PIL per non essere “preda di aggressioni”.
L’Italia dovrebbe quindi più che triplicare gli investimenti per la difesa.
Non si tratta di una prospettiva drammatica, poiché gli investimenti nella sicurezza hanno ricadute positive come innovazione tecnologica e occupazione, come dimostra l’esempio di Internet nato da progetti militari statunitensi. Occorre però affrontare seriamente il tema, superando retoriche anti-americane e valutando con pragmatismo il da farsi.