Roma, 22 gen.
(Adnkronos Salute) – Il melanoma, tra i più noti tumori della pelle, "è sempre stato considerato una malattia molto aggressiva. Fino al 2010 aveva una sopravvivenza media di 6-9 mesi. Solo il 25% arrivava a un anno, a 2 anni praticamente nessuno. Ma oggi, grazie alle cure, siamo in grado di guarire il 50% delle persone con la malattia metastatica. E nelle persone che lo scoprono in tempo e si sottopongono a chirurgia la sopravvivenza è del 70% dopo 7 anni e mezzo.
Possiamo dire che l'evoluzione delle cure ne ha completamente cambiato la storia naturale", spiega all'Adnkronos Salute Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative all'Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale di Napoli, ricordando i numeri di questo tumore cutaneo recentemente, 64 anni.
Il melanoma, malattia in deciso aumento negli ultimi anni, è più frequente nelle persone di pelle chiara. "Ha origine nei melanociti – ricorda lo specialista – le cellule della nostra cute che producono melanina per proteggerci dai raggi ultravioletti.
In principio cresce orizzontalmente e, solo in un secondo momento, verticalmente avvicinandosi ai vasi sanguigni. Il rischio di diffusione della malattia si concretizza proprio quando vengono coinvolti i vasi".
La prevenzione, continua Ascierto, "è fondamentale per intercettare la malattia quanto prima possibile e aumentare le probabilità di risoluzione con la sola rimozione chirurgica del tumore". Fondamentali quindi i controlli, "a partire da una visita dermatologica all'anno per controllare i nei". Il controllo deve essere però rapido quando l'aspetto di un neo fa scattare il campanello d'allarme: "Dobbiamo fare molta attenzione ai 'brutti anatroccoli' e alle regole Abcde", raccomanda l'oncologo.
Si parla di 'brutto anatroccolo', precisa Ascierto, "quando ci sono tanti nei e ne osserviamo uno più brutto degli altri. In quel caso va controllato subito". A farci correre subito dal medico devono essere anche alcune caratteristiche di un neo indicati dalle prime 5 lettere dell'alfabeto: "asimmetria, bordi irregolari, colore variegato o disomogeneo, dimensioni superiori a 6 millimetri, evoluzione ovvero quando tutti questi parametri si modificano in tempi brevi: mesi, settimane, giorni" .
Laddove ci sia in presenza di un melanoma che ha raggiunto i vasi sanguigni o il linfonodo sentinella risulti intaccato, "la chirurgia può essere seguita dalla terapia target e dall'immunoterapia. Questi farmaci – illustra l'esperto – agiscono rimuovendo alcuni freni del nostro sistema immunitario e istruendo nuovamente i linfociti, una tipologia di globuli bianchi, a riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Dal 2011 si stima che l'immunoterapia abbia evitato oltre 4mila morti precoci.
Da allora è stato fatto un enorme passo avanti, ma la ricerca continua perché c'è ancora un 50% di pazienti per cui possiamo fare ancora tanto", conclude Ascierto.