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L’onda di solidarietà verso la Palestina si riverbera attraverso cortei che hanno attraversato le strade di Roma, Pisa e Milano.
nonostante le diverse location, un grido unico risuona: “fermiamo il genocidio, Palestina libera”. il movimento, sostenuto da migliaia di persone, è un richiamo urgente all’azione contro l’escalation di violenza nella regione.
Cortei a Milano e Roma
A Roma, il corteo ha preso vita con circa 1.500 manifestanti riuniti sotto striscioni con slogan accesi. La tensione e l’indignazione hanno trovato espressione attraverso i cori di “Palestina libera, Palestina rossa”.
Fra le bandiere palestinesi, un cartellone ha mostrato la stretta di mano tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la premier Giorgia Meloni, con impronte di mani insanguinate, simbolo di accuse contro il governo italiano. mentre il corteo si snodava per le vie di Roma, le richieste di giustizia e pace si facevano sempre più forti.
A Milano, l’imponente corteo, il ventunesimo consecutivo, ha raccolto circa 1.500 persone.
Partito da piazza San Babila, ha attraversato la città fino a piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione centrale. qui, gli slogan “siamo tutti palestinesi” e “Palestina libera” hanno risuonato con forza, mentre i manifestanti esprimevano la loro condanna contro Israele e il suo coinvolgimento nei recenti eventi.
Corteo anche a Pisa
A Pisa, oltre 6.000 persone si sono unite in un corteo pacifico nel centro della città, esprimendo solidarietà alla Palestina e condannando gli scontri avvenuti il 23 febbraio tra manifestanti e forze dell’ordine.
La diversità degli intervenuti, dagli studenti alle figure politiche locali, ha sottolineato l’ampiezza e la diversità del sostegno alla causa palestinese. il corteo, partito da piazza Vittorio Emanuele e conclusosi in piazza dei cavalieri, è stato un’occasione per ribadire un messaggio di pace e giustizia.
Manifestazioni in altre città
il sostegno alla Palestina ha trovato eco anche in altre città italiane, come Firenze, dove duecento manifestanti hanno protestato davanti al consolato degli Stati Uniti, denunciando il genocidio in corso e chiedendo la libertà per la Palestina.