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Un caso di corruzione all’Università di Cassino
Il recente scandalo di corruzione che ha coinvolto l’Università di Cassino ha sollevato un’ondata di indignazione e preoccupazione tra studenti e docenti. Massimiliano Mignanelli, direttore delle Risorse Umane dell’ateneo, è stato interrogato per oltre due ore dal gip Alessandra Casinelli, respingendo con fermezza ogni accusa. In attesa della conclusione delle indagini, Mignanelli ha deciso di sospendersi da ogni incarico e di rinunciare allo stipendio universitario, un gesto che evidenzia la gravità della situazione.
Arresti e indagini in corso
La settimana scorsa, la Guardia di Finanza ha eseguito arresti domiciliari nei confronti di Giancarlo Baglione, titolare di un centro studi privato, e di due docenti dell’Università di Cassino, Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli. Questi ultimi, marito e moglie, ricoprivano ruoli chiave nella commissione di concorso. Le indagini si concentrano su presunti atti di corruzione legati a un corso di specializzazione per il sostegno, dove si ipotizza che siano stati richiesti 15mila euro per ogni candidato in cambio di un esito favorevole nel concorso.
Le accuse e le difese
Secondo la Procura, Baglione avrebbe gestito i fondi illeciti, dividendo i proventi con Mignanelli, mentre i due docenti avrebbero ricevuto corsi qualificanti gratuiti in cambio della loro collaborazione. Dopo l’interrogatorio, il gip Casinelli si è riservata di decidere sulle eventuali misure cautelari nei confronti di Mignanelli. Nel frattempo, sono stati ascoltati anche i corsisti coinvolti nell’indagine, portando il numero totale degli indagati a 27. La situazione è ulteriormente complicata dalla scelta di Baglione di rimanere in silenzio durante l’interrogatorio, mentre Arduini e Chiusaroli hanno fornito la loro versione dei fatti, negando ogni addebito.