Era il 3 dicembre scorso quando, in Corea del Sud scoppiava il caos. Per decisione del presidente Yoon Suk-yeol, la legge marziale entrava in vigore nel Paese. Decisione destinata a cadere nel giro di poche ore a causa dell’opposizione del Parlamento. Da quel momento, sulle spalle del presidente pende la grave accusa di insurrezione, a causa della quale anche l’ex ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun è finito in carcere.
Corea del Sud, ex ministro della Difesa in carcere: ha tentato il suicidio
Shin Yong-hae, il capo del centro penitenziario, lo ha fatto sapere durante un’udienza parlamentare: l’ex ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun ha tentato di togliersi la vita in un carcere a Seul. La Yonhap riporta la notizia spiegando che, in queste ore, l’uomo è detenuto in una cella di protezione e la sua salute rimane stabile.
Legge marziale in Corea del Sud: il commento di Pyongyang
Nel frattempo, Pyongyang si fa sentire sulla questione dell’approvazione e poi smentita in poche ore della legge marziale da parte dei vicini Sudcoreani: “L’incidente scioccante del regime fantoccio di Yoon Suk-yeol, che ha dichiarato all’improvviso un decreto di legge marziale e brandito senza esitazione pistole e coltelli della sua dittatura fascista, ha provocato il caos in tutta la Corea del Sud“.