Yoon è stato accusato di aver cospirato insieme all’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun e ad altri funzionari per promuovere un’insurrezione il 3 dicembre, attraverso la dichiarazione di uno stato di emergenza ritenuto illegale.
Corea del Sud, il presidente Yoon incriminato per insurrezione
L’accusa riguarda la proclamazione di uno stato di emergenza ritenuto incostituzionale e illegittimo, nonostante non vi fossero evidenti segnali di guerra, scontri armati o una crisi nazionale di portata simile. È inoltre accusato di aver schierato le forze armate presso l’Assemblea nazionale con l’obiettivo di bloccare i parlamentari dal votare contro la proclamazione della legge marziale.
Infine, è sospettato di aver progettato l’arresto e la detenzione di importanti personalità politiche, tra cui il presidente dell’Assemblea nazionale Woo Won-shik, i leader dei partiti di opposizione e alcuni funzionari della commissione elettorale.
L’azione della procura giunge alla vigilia della scadenza del periodo di detenzione di Yoon, arrestato dall’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello il 15 gennaio e formalmente incarcerato il 19 gennaio. L’insurrezione è punibile con l’ergastolo o la pena di morte.
Corea del Sud: il presidente Yoon e il processo per impeachment
Contestualmente, Yoon è anche al centro di un processo di impeachment presso la Corte costituzionale. La destituzione, approvata dall’Assemblea nazionale, deve ora essere ratificata o annullata.
In caso di conferma, entro 60 giorni dalla decisione si dovranno tenere nuove elezioni presidenziali. Al contrario, se la destituzione verrà respinta, Yoon riacquisirà i suoi poteri presidenziali. La Corte ha a disposizione un massimo di 180 giorni per emettere la sua decisione.