Roma, 28 nov.
(Adnkronos) – Ennesima fumata nera a Montecitorio per l'elezione di quattro giudici della Corte costituzionale. Ma si continua a guardare al possibile compromesso, nell'ambito dello scenario al momento più gettonato 2+1+1, che ipotizza l'individuazione di un candidato tecnico/indipendente, il così detto 'quarto uomo'. All'interno di un possibile accordo unitario, ci sarebbero un uomo e una donna spendibili per l'intesa: "Potrebbero essere introdotti, come avvenne per Giulio Prosperetti (di Area popolare, eletto dopo 31 scrutini andati a vuoto – ndr), inserendo un cattolico per superare lo stallo", apprende l'Adnkronos da fonti autorevoli.
I nomi accreditati sono quello di Renato Balduzzi, "illustre" professore ordinario di diritto costituzionale e di diritto pubblico comparato all'Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché ex ministro della salute nel Governo Monti e di "una bravissima professoressa tributaria, Valeria Mastroiacovo", docente ordinario di Diritto tributario presso l’Università degli Studi di Foggia che dal 2018 ha già un piede a Palazzo della Consulta da assistente di studio presso la Corte costituzionale.
Candidare Balduzzi, già eletto nel 2014 dal Parlamento in seduta comune a membro del Consiglio superiore della magistratura, potrebbe però essere più complicato in quanto, nonostante l'altissimo profilo, ha avuto incarichi politici, quali quello di ministro seppur di un governo tecnico, osservano. Più semplice pare l'impresa per Valeria Mastroiacopo, cattolica senza trascorso politico che potrebbe andare tra l'altro ad occupare la casella del tecnico/indipendente da destinare ad una donna, in tal caso "molto stimata".
I nomi quindi andrebbero in quota al mondo popolare.
"Dopo di che la riflessione vera è sulla possibilità che in realtà la grande fretta di risolvere il problema potrebbe non esserci. Anzi si coltiva l'idea che forse sarebbe meglio lasciare la situazione a bagnomaria per parecchio tempo". Ma, come raccontano ambienti vicini al Governo, l'idea è votare quattro volte, a partire da domani fino a prima di Natale (quando il quorum sarà a 3/5 per tutti) nella speranza di arrivare prima delle feste ad una quadra o se così non fosse di raggiungere un accordo entro gennaio.
(di Roberta Lanzara)