Tra il 2012 e il 2023, l’Italia ha assistito a importanti mutamenti nel suo panorama economico.
La chiusura di più di 111.000 negozi al dettaglio e 24.000 attività di commercio ambulante ha segnato una significativa riduzione nel numero di punti vendita fisici tradizionali. Al contrario, il settore dell’alloggio e della ristorazione ha vissuto una fase di espansione, con un aumento di 9.800 attività.
Confcommercio, l’analisi dei dati
L’analisi condotta dall’Ufficio Studi di Confcommercio insieme al centro studi Guglielmo Tagliacarne, offre un’interessante prospettiva sulla demografia d’impresa nelle città italiane.
Nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi, si è registrata una diminuzione dell’8,4% delle imprese italiane, mentre le imprese straniere hanno conosciuto una crescita del 30,1%. Un aspetto rilevante riguarda anche l’aumento dell’occupazione straniera, che ha visto una crescita di 242.000 posti di lavoro, metà dei quali concentrati proprio nei settori dell’alloggio e della ristorazione, con un incremento di 120.000 occupati.
Questi dati riflettono una trasformazione profonda nell’economia italiana, con un declino delle attività tradizionali e una maggiore presenza di imprese straniere e manodopera immigrata, specialmente nei settori legati all’accoglienza e all’ospitalità.
Le parole del direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio
Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ha specificato che le conseguenze della pandemia non hanno avuto l’effetto devastante che molti prevedevano. Nonostante le sfide incontrate, il calo complessivo delle attività commerciali fisse si è attestato solo al 6,7%, lasciando ancora in piedi circa 440.000 imprese. Nel periodo tra il 2019 e il 2023, sono stati persi circa 31.000 negozi.
Questi dati rivelano una sorprendente resilienza nel settore commerciale durante un periodo di estrema incertezza, suggerendo che molte imprese abbiano adottato strategie innovative per superare le difficoltà imposte dalla pandemia. Tuttavia, nonostante questa resilienza, la perdita di oltre 31.000 negozi indica ancora un impatto significativo dell’emergenza sanitaria sull’economia italiana.