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Secondo l’accusa Chen Xuyuan ha accettato milioni di euro in cambio di aiuto per la stipula di contratti, opzioni di investimento e gestione di eventi.
Condannato l’ex presidente della Federcalcio cinese
L’ex capo dell’associazione calcistica nazionale cinese è stato condannato all’ergastolo per aver accettato tangenti, hanno riferito martedì i media statali. La sentenza mette fine ad una delle più grandi inchieste anti-corruzione nel calcio degli ultimi anni. Nell’ultimo episodio di una serie di documentari prodotti sulla corruzione, andato in onda a gennaio sulla televisione nazionale, Chen Xuyuan aveva dichiarato che la notte prima di diventare presidente della Chinese Football Association (CFA) nel 2019, aveva ricevuto degli zaini contenenti ciascuno 300mila yuan (41.600 dollari) da due funzionari del calcio locale che volevano che lui si “prendesse cura di loro“.
Le accuse
Quando il presidente Xi Jinping è salito al potere ha dato il via un’importante campagna anti-corruzione che ha coinvolto anche il mondo del calcio. Un tribunale della provincia centrale di Hubei ha scoperto che Chen Xuyuan aveva approfittato dei suoi vari incarichi dal 2010 al 2023, compresi quelli legati alla CFA, per aiutare terze persone in questioni riguardanti l’appalto di progetti, le operazioni di investimento e l’organizzazione di eventi sportivi. A renderlo noto è stata l’agenzia di stampa Xinhua.
La condanna all’ergastolo
La corte ha stabilito che in cambio dei favori l’ex presidente avrebbe accettato denaro e oggetti di valore per oltre 81 milioni di yuan (circa 11 milioni di dollari). Tra gli altri funzionari del calcio indagati per corruzione figurano anche Chen Yongliang ex vice segretario generale della CFA condannato a 14 anni di carcere, Yu Hongchen ex vice capo della CFA condannato a 13 anni e Dong Zheng ex direttore generale della Chinese Super League condannato a otto anni. Un processo simile si era visto solamente nel 2012, quando l’ex presidente della CFA Xie Yalong e il suo successore Nan Yong erano stati condannati a 10 anni e mezzo di carcere ciascuno per aver accettato tangenti.