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Condanna definitiva per l'ex ad di Aspi: sei anni per disastro e omicidio colposo

Immagine dell'ex AD di Aspi condannato per disastro

La Cassazione conferma la pena per l'ex amministratore delegato di Aspi legata alla tragedia del 2013.

La tragedia del viadotto Acqualonga

Il , un tragico incidente ha segnato la storia della viabilità italiana. Un autobus, in un tragico volo dal viadotto dell’Acqualonga, ha provocato la morte di 40 persone, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture e sulla responsabilità delle aziende che le gestiscono.

Oggi, a distanza di anni, la giustizia ha emesso un verdetto definitivo: l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi), Giovanni Castellucci, è stato condannato a sei anni di reclusione per disastro colposo e omicidio colposo.

La decisione della Cassazione

La sentenza è stata emessa dai giudici della Cassazione, che hanno confermato la condanna già inflitta in appello. La Corte ha ritenuto che Castellucci avesse delle responsabilità dirette nella gestione della sicurezza del viadotto, evidenziando come la sua posizione di vertice comportasse un dovere di vigilanza e prevenzione. La condanna non riguarda solo Castellucci, ma anche altri dirigenti e dipendenti della società, che hanno visto le loro pene confermate o aumentate. In particolare, il proprietario del bus, Gennaro Lametta, è stato condannato a nove anni, mentre Antonietta Ceriola, un’impiegata della motorizzazione civile, ha ricevuto una pena di quattro anni.

Le implicazioni della sentenza

Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti nella lotta per la giustizia e la sicurezza stradale in Italia. La conferma delle condanne da parte della Cassazione sottolinea la necessità di una maggiore responsabilità da parte delle aziende che gestiscono infrastrutture pubbliche. La tragedia del viadotto Acqualonga ha messo in luce le lacune nella sicurezza stradale e ha spinto le autorità a rivedere le normative vigenti. La speranza è che questo caso possa fungere da monito per evitare simili tragedie in futuro, garantendo che le aziende rispettino gli standard di sicurezza e che i vertici siano ritenuti responsabili delle loro azioni.