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Condanna definitiva per Azouz Marzouk: il caso della strage di Erba

Azouz Marzouk condannato per la strage di Erba

La Corte di Cassazione conferma la pena per il vedovo di Raffaella Castagna, ma il futuro resta incerto.

La condanna di Azouz Marzouk

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva nei confronti di Azouz Marzouk, il vedovo di Raffaella Castagna, una delle vittime della tragica strage di Erba avvenuta nel 2006. Marzouk è stato condannato a due anni e mezzo di carcere per diffamazione, in seguito a dichiarazioni ritenute lesive della reputazione dei familiari delle vittime. La sua condanna è il risultato di un ricorso inammissibile, che ha chiuso un capitolo doloroso e controverso di una vicenda che ha scosso l’Italia.

Le dichiarazioni controverse

Marzouk, 44 anni e attualmente risposato, aveva sollevato dubbi sull’operato delle autorità e sulla verità dietro la strage, affermando che il figlio Youssef, ucciso quella notte, conosceva l’assassino. Le sue affermazioni, pubblicate in un articolo nel 2019, hanno portato a una denuncia da parte degli ex cognati, che hanno visto le sue parole come una campagna di disinformazione. I giudici hanno ritenuto che le sue dichiarazioni avessero danneggiato gravemente la reputazione dei familiari delle vittime, già provati dal lutto.

Le conseguenze legali e future

Nonostante la condanna, è probabile che Marzouk non sconterà la pena in carcere, poiché potrebbe richiedere l’affidamento in prova. Questa possibilità solleva interrogativi sulla giustizia e sulla verità in un caso che ha visto già troppe ombre. Nel frattempo, Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage, continuano a chiedere una revisione del processo, sostenendo la loro innocenza. La Cassazione dovrà pronunciarsi a breve sul ricorso presentato dai loro legali, che rappresenta l’ultima chance per evitare una condanna definitiva.

La strage di Erba rimane uno dei casi più complessi e controversi della cronaca italiana, con una serie di colpi di scena che continuano a tenere l’opinione pubblica con il fiato sospeso. La condanna di Marzouk, sebbene chiuda un capitolo, non fa che riaccendere i riflettori su una vicenda che ha segnato profondamente la comunità e il sistema giudiziario italiano.