Condanna all'ergastolo per l'omicidio di Toni Cozzolino a Olbia

La Corte d'assise di Sassari riconosce la crudeltà dell'atto, ma non la premeditazione.

La sentenza della Corte d’assise

Oggi, la Corte d’assise di Sassari ha emesso una sentenza di grande impatto, condannando Davide Iannelli all’ergastolo per l’omicidio del suo vicino di casa, Toni Cozzolino. L’episodio, avvenuto a Olbia, ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi sulla violenza che può scaturire da conflitti personali. Cozzolino è stato brutalmente aggredito e bruciato vivo, morendo dopo dieci giorni di agonia in ospedale.

Le circostanze dell’omicidio

Secondo le ricostruzioni fornite durante il processo, Iannelli ha atteso il suo vicino mentre questi passava sul marciapiede. Con un gesto che ha lasciato tutti senza parole, ha versato benzina su Cozzolino e gli ha dato fuoco con un accendino. L’atto di violenza è stato descritto come un’esplosione di rabbia, frutto di rapporti già tesi tra i due uomini. Cozzolino, avvolto dalle fiamme, ha cercato rifugio in un autobus fermo, dove l’autista ha prontamente utilizzato un estintore per spegnere il fuoco, ma le ustioni riportate sul 42% del corpo si sono rivelate fatali.

Le reazioni e le conseguenze legali

La Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, ha riconosciuto l’aggravante della crudeltà, ma ha escluso quella della premeditazione, contrariamente a quanto richiesto dal procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso. Gli avvocati della difesa hanno invocato l’assoluzione per legittima difesa, ma la richiesta è stata respinta. Inoltre, Iannelli è stato condannato a risarcire i familiari di Cozzolino, con una provvisionale di un milione e 400 mila euro.

Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni, ma l’eco di questo tragico evento continuerà a risuonare nella comunità di Olbia.