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Il caso di Nunziatina Alleruzzo
La storia di Nunziatina Alleruzzo, assassinata nel 1995, si arricchisce di un nuovo capitolo con la recente conferma della condanna all’ergastolo per suo fratello, Alessandro. Questo omicidio, avvenuto in un contesto di faide mafiose, ha scosso la comunità di Paternò e ha messo in luce le dinamiche oscure che caratterizzano la criminalità organizzata in Sicilia. La vittima, secondo le accuse, sarebbe stata uccisa per aver tradito il marito con membri del clan di famiglia e con esponenti di un clan rivale.
La sentenza della Cassazione
La prima sezione della Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa, confermando la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello di Catania. Il legale di Alleruzzo, l’avvocato Roberto D’Amelio, ha dichiarato di attendere le motivazioni della decisione e di continuare a sostenere l’innocenza del suo assistito. Nonostante la condanna, Alleruzzo non si arrende e afferma che non è stata ancora scritta l’ultima parola su questa vicenda.
Le indagini e le rivelazioni
Le indagini sull’omicidio di Nunziatina sono state riaperte grazie alle rivelazioni di tre collaboratori di giustizia, che hanno fornito dettagli cruciali sulla dinamica del delitto. Secondo un pentito, Alleruzzo avrebbe confessato di aver ucciso la sorella per “riscattare l’onore della famiglia”. I resti della donna furono rinvenuti dai carabinieri dopo che due telefonate anonime avevano segnalato la loro posizione. La ricostruzione dei fatti ha evidenziato come la mafia non esiti a colpire anche all’interno delle proprie famiglie per mantenere il controllo e l’onore.
Il contesto mafioso di Paternò
Alessandro Alleruzzo è figlio del defunto boss Giuseppe, che negli anni ’70 e ’80 guidava il gruppo mafioso di Paternò, noto per le sue sanguinose faide. La sua famiglia è stata al centro di numerosi eventi tragici, tra cui l’assassinio della moglie e del figlio di Giuseppe, che lo portarono a collaborare con la giustizia. Questo contesto di violenza e vendetta ha segnato profondamente la vita di Alessandro, il quale, secondo le accuse, ha perpetuato un ciclo di violenza all’interno della sua stessa famiglia.