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Condanna a 25 anni per omicidio e mutilazione a Milano

Immagine di un tribunale a Milano durante un processo per omicidio

La Corte di Assise di Milano infligge una pena severa a un uomo con disturbi mentali.

Il caso di Marta Di Nardo

Il tragico omicidio di Marta Di Nardo, avvenuto nell’ottobre del 2023, ha scosso profondamente la comunità di Milano. La vittima, una donna di 60 anni, è stata brutalmente uccisa dal suo vicino di casa, Domenico Livrieri, il quale ha poi tentato di nascondere il crimine in modo macabro. La Corte di Assise di Milano ha emesso una sentenza che ha condannato Livrieri a 25 anni di carcere, oltre a cinque anni in una Rems, una struttura per il trattamento di persone con disturbi mentali.

La sentenza e le motivazioni

La decisione della Corte è stata influenzata dalla valutazione della seminfermità mentale di Livrieri, il quale ha mostrato segni di un “disturbo antisociale cronico”. I giudici hanno ritenuto che tali condizioni avessero compromesso la sua capacità di comprendere il disvalore del suo gesto. Nonostante ciò, la pena inflitta è stata severa, in linea con le richieste del pubblico ministero Leonardo Lesti, che aveva chiesto una condanna simile. Inoltre, Livrieri è stato condannato a risarcire i familiari della vittima con una provvisionale di 20mila euro.

Il contesto del crimine

Livrieri, già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, tra cui violenza sessuale e lesioni, si trovava in una situazione di vulnerabilità psichica. Nonostante fosse in cura, non era stato trasferito in una Rems a causa della “mancanza di disponibilità”. Il suo crimine è avvenuto nella sua abitazione, dove ha ucciso Marta Di Nardo e, dopo averne fatto a pezzi il corpo, ha tentato di appropriarsi del suo bancomat, prelevando 70 euro. Il cadavere della donna è stato rinvenuto solo due settimane dopo la sua scomparsa, in condizioni orribili, tagliato in due e nascosto sopra un soppalco.

Le implicazioni sociali e legali

Questo caso solleva interrogativi importanti riguardo alla gestione delle persone con disturbi mentali e alla loro capacità di reinserimento nella società. La condanna di Livrieri non solo rappresenta un atto di giustizia per la vittima e la sua famiglia, ma evidenzia anche la necessità di un sistema più efficace per affrontare la salute mentale e prevenire crimini simili in futuro. La società deve interrogarsi su come garantire la sicurezza dei cittadini e, al contempo, fornire il supporto necessario a chi vive con disturbi mentali.