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Commemorazione di Acca Larentia: indagini su saluto romano e reati d'odio

Immagine della commemorazione di Acca Larentia con simboli controversi

La Procura di Roma chiude le indagini su 31 militanti di estrema destra.

Il saluto romano e le sue implicazioni legali

Il , durante una commemorazione per Acca Larentia, 31 militanti di CasaPound hanno alzato il braccio destro, compiendo il saluto romano. Questo gesto, che evoca forti connotazioni storiche e politiche, ha attirato l’attenzione della Procura di Roma, la quale ha avviato un’indagine per violazione delle leggi Mancino e Scelba. Tali leggi sono state introdotte per contrastare la ricostituzione del partito fascista e la diffusione di ideologie di odio.

Le indagini e le prove raccolte

Le indagini, coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, sono state condotte dalla Digos e dai carabinieri del nucleo investigativo. Grazie all’analisi di video e testimonianze, gli inquirenti sono riusciti a identificare i partecipanti all’adunata, che si è svolta in una strada non lontana da via Tuscolana. La chiusura delle indagini segna un passo importante verso la richiesta di rinvio a giudizio, in un contesto già segnato dalla recente sentenza della Cassazione riguardante il saluto romano.

Le posizioni della Cassazione

La Cassazione ha chiarito che per stabilire se un saluto romano costituisca reato, è necessario considerare vari elementi, tra cui il contesto ambientale e il numero di partecipanti. La sentenza ha escluso che la natura commemorativa di un evento possa automaticamente escludere la possibilità di reato. Infatti, il saluto romano, anche in contesti commemorativi, può integrare il delitto previsto dalla legge Scelba, se vi è un concreto pericolo di riorganizzazione di movimenti fascisti.

Le reazioni di CasaPound

CasaPound ha reagito con fermezza, definendo le indagini “assurde e strumentali”. I rappresentanti del movimento sostengono che il tentativo di fermare le commemorazioni è un attacco alla libertà di espressione e alla memoria storica. La loro posizione è che, a distanza di 46 anni dalla strage, non si può impedire il ricordo di eventi che hanno segnato la storia del paese.

Simboli di odio e la loro diffusione

Il giorno della chiusura delle indagini, a Brescia, sono apparse svastiche sui muri, un segnale preoccupante della diffusione di simboli nazisti. Questi atti vandalici, che hanno colpito luoghi significativi come il liceo Veronica Gambara e la statua ‘Bella Italia’, evidenziano un clima di tensione e di crescente intolleranza. La presenza di tali simboli in spazi pubblici solleva interrogativi sulla necessità di una maggiore vigilanza e di interventi più incisivi contro l’odio e la discriminazione.