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Le croste che si formano dopo una caduta o un’escoriazione sono molto fastidiose e ci provocano prurito.
Spesso, anche solo per un discorso estetico, abbiamo la tentazione di volerle grattare e rimuovere. Cerchiamo di evitarlo e di lasciarle cadere da sole onde evitare che ci lascino antiestetiche cicatrici sul corpo.
Croste da escoriazione
Anche se non sono particolarmente dolorose, le croste che ci spuntano dopo una caduta o un’escoriazione sono molto fastidiose e spesso non riusciamo a resistere alla tentazione di grattarle o di giocarci con le unghie fino a rimuoverle.
Anche se una crosta può sembrare poco attraente, il suo scopo è quello di proteggerci contro organismi microscopici come batteri e virus che tentano di entrare nel nostro corpo attraverso una ferita. Per evitare questo, durante la guarigione della ferita, le cellule della pelle si riformano e i globuli bianchi rimangono nella zona per aiutare a combattere contro i germi. Con il tempo, la crosta cadrà e un nuovo strato di pelle apparirà.
Se interveniamo su questo processo rimuovendo forzatamente la crosta prima che essa cada spontaneamente, potrebbe succedere che la ferita non è ancora del tutto guarita e potrebbe infettarsi di nuovo.
Spesso se la ferita non è ancora guarita, nel momento in cui rimuoviamo la crosta, può succedere che esca del sangue. In questo caso è necessario disinfettare la ferita e non avremo fatto altro che allungare e complicare il processo di guarigione.
La cosa poi più spiacevole di questo processo saranno le cicatrici che rimarranno nel nostro corpo.
Caduta la crosta infatti, la pelle che si è riformata al di sotto presenta dei piccoli tagli e delle cicatrici. Più tocchiamo con le mani e rimuoviamo la crosta di nostra iniziativa, più le cicatrici saranno profonde e scompariranno con maggiore difficoltà. Per cui, anche se spesso la tentazione è forte, cerchiamo di evitare di “stuzzicare” le nostre croste e di fargli fare il loro “percorso” senza intervenire in maniera artificiale.
Processo di cicatrizzazione.
La cicatrizzazione è un processo complesso di riparazione durante il quale l’organismo blocca l’emorragia del sangue, risana e richiude la ferita. Il tessuto leso quindi lentamente viene ricostruito e il danno viene riparato.
Il processo di cicatrizzazione può essere diviso in 3 fasi, caratterizzate da attività cellulari specifiche che seguono un preciso andamento cronologiche e sono collegate le une alle altre. Ogni fase è importante e propedeutica alle altre. Analizziamole insieme.
Fase 1
La prima fase dura dai 2 ai 4 giorni. Innanzitutto le piastrine si adoperano per bloccare il sanguinamento. Successivamente si innescano una serie di reazioni per la difesa da microbi e corpi estranei.
Fase 2
La seconda fase dura dai 10 ai 15 giorni. Si viene a formare un nuovo tessuto cellulare che consente lo scivolamento delle cellule danneggiate mentre quelle nuove iniziano a riprodursi più velocemente. Contemporaneamente la ferita inizia a contrarsi.
Questa fase è la più importante per quanto riguarda le conseguenze a livello estetico della ferita. Una cosa importante da sapere è che la cicatrizzazione non è uguale per tutti: in generale più la pelle è scura e più la persona è giovane maggiori sono i rischi di una cicatrice antiestetica. Inoltre non tutte le zone del corpo sono uguali per la cicatrizzazione: alcune zone del corpo infatti, pensiamo a petto, sterno, schiena e articolazioni, cicatrizzano meno bene e molto più lentamente delle altre parti del corpo.
Fase 3
La terza e ultima fase dura dai 2 mesi ai 2 anni. Durante questa fase si ha una continua formazione e rimodellamento del tessuto della pelle. Nell’arco di questo tempo cicatrici molto visibili possono migliorare tanto e ridursi fin quasi a scomparire del tutto.
Idratazione delle croste
Se proprio non riusciamo a ignorare la nostra antiestetica crosta e sentiamo il bisogno di intervenire, allora il metodo migliore è mantenerla idratata.
Ricordiamo di nuovo di non tirare via la crosta perché questo rallenterà il processo di guarigione.
I metodi migliori invece per disinfettarla e per accelerare il processo di guarigione e caduta sono quello della vaselina o quello dell’olio naturale. Vediamoli entrambi.
Ideale per il trattamento di mani e piedi, Vaselin idrata la pelle e ne favorisce la rigenerazione. Ha numerose funzioni per la cura della pelle tra cui l’apertura dei pori e la nutrizione di pelle screpolata e garantisce efficacia visibile dopo poche applicazioni.
L’olio essenziale Majestic di menta piperita è un olio terapeutico che aiuta la cicatrizzazione della pelle, la idrata e la nutre in profondità. Con molte funzionalità diverse, l’olio Majestic è ideale per la cura della pelle e lascia un odore gradevole a lungo.
L’olio naturale alle mandorle di Naissance è ideale per l’aromaterapia e per l’idratazione della pelle. Con un odore deciso ma delicato, l’olio di mandorla rende la pelle più elastica ed è adatto a tutti i tipi di pelle, anche danneggiata.
Non lascia la pelle unta e non lascia tracce sugli indumenti.
Metodo della vaselina
1. Versare acqua calda pulita sopra la crosta.
2. Inumidire un telo o una spugna o un pezzo di stoffa con acqua calda. Metterlo sopra la crosta per circa 10 minuti. Questo contribuirà ad accelerare il processo di guarigione.
3. Rimuovere il telo dalla crosta e lasciare che la crosta asciughi per 5 minuti.
4. Applicare una piccola quantità di vaselina con leggerezza sulla crosta, con le dita.
Le dita devono essere pulite prima di fare questo passo. La vaselina manterrà la crosta secca e aiuterà a prevenire dal prurito.
5. Lasciare che la crosta da sola. Pian piano essa si ridurrà di dimensione e cadrà.
Metodo dell’olio
- Inumidire un batuffolo di cotone con dell’olio naturale come ad esempio dell’olio di ricino o in alternativa del semplice olio d’oliva;
- Tamponare la nostra crosta con il cotone umidificato, questo sarà molto efficace per mantenere idratata la crosta;
- Ripetere questa procedura una volta al giorno o ogni due giorni.