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Il modello dei redditi relativo alle persone fisiche per il pagamento dell’IRPEF deve essere presentato entro il 30 novembre dell’anno successivo a quello di riferimento per l’imposta. Ciò significa che il modulo riferito al 2022 doveva essere consegnato entro novembre 2023.
Tuttavia la legge va incontro al contribuente e gli concede una tolleranza di 90 giorni. È infatti possibile optare per la cosiddetta dichiarazione dei redditi tardiva, saldando quindi l’IRPEF 2022, entro il 28 febbraio 2024.
Vediamo dunque un’analisi dettagliata di come effettuare la dichiarazione tardiva, delle implicazioni legate all’invio tardivo della dichiarazione dei redditi, scoprendo le sanzioni applicabili e le possibilità offerte dalla normativa per attenuare le conseguenze di tali inadempienze.
Come presentare la dichiarazione dei redditi tardiva
Cosa deve fare quindi il contribuente che vuole presentare una dichiarazione dei redditi tardiva? La prassi per la presentazione di questo modello segue in tutto e per tutto quella per la regolarizzazione all’interno dei termini stabiliti.
È consentito utilizzare il portale telematico dell’Agenzia delle Entrate per presentare in autonomia la propria dichiarazione. Questa è la strada più semplice da percorrere per chiunque desideri ufficializzare il proprio modello precompilato e presentarlo all’ente preposto alla riscossione. È anche possibile farsi aiutare da un intermediario, come un commercialista o un consulente del lavoro abilitato.
L’eventuale versamento dovuto andrà effettuato, da chi risultasse a debito, entro lo stesso termine del 28 febbraio, contestualmente alla sanzione pecuniaria prevista per chiunque presenti dichiarazione dei redditi tardiva. Non facciamoci scoraggiare da questo dettaglio, la mora, in questo caso, è ben inferiore a quella richiesta a chi ometta la presentazione e venga considerato, a tutti gli effetti, un evasore fiscale.
Cosa succede se si presenta la dichiarazione dei redditi in ritardo?
L’Agenzia delle Entrate non tratta nella stessa maniera chi presenta la propria dichiarazione entro i termini stabiliti e chi approfitta della finestra dei 90 giorni successivi.
Come riportato dagli esperti di Affarifinanza.it, l’applicazione delle sanzioni amministrative è stabilita dall’articolo 2, comma 7, del DPR numero 322 del 1998; entro i 90 giorni successivi al 30 novembre dell’anno seguente a quello di dichiarazione dei redditi, la presentazione resta valida ma il fatto di essere stati troppo lenti a inviarla viene sanzionato. Chi non rispetta neppure questa delega, sarà colpevole di omissione di dichiarazione e correrà tutti i rischi associati a questo reato fiscale.
La sanzione per presentazione tardiva
La normativa tributaria italiana prevede una multa pecuniaria in misura fissa, tra i 250 e i 1000 euro. Questa misura è stata stabilita dal Ministero delle Finanze, a seguito della circolare 23 del 1999, indirizzata all’Agenzia delle Entrate. Non è tutto. Qualora il contribuente tardivo risultasse a debito, gli sarà comminato anche di versare una sanzione amministrativa aggiuntiva, pari al 15 o al 30% di quanto dovuto come ulteriore mora. Regolarizzata la posizione e versato il dovuto, il modello dei redditi sarà considerato validamente presentato.
La formula del ravvedimento operoso consente di ridurre (anche in maniera considerevole) l’importo della sanzione. Sfruttare il ravvedimento della dichiarazione tardiva è la strada consigliata a chiunque non abbia rispettato la scadenza del 30 novembre e stia cercando il modo meno gravoso di regolarizzare la propria posizione. Se chi legge è in questa condizione, il suggerimento è quello di verificare se sia possibile intraprendere questo iter.
Oltre la dichiarazione dei redditi tardiva: il modello ultratardivo
La presentazione ultratardiva è un’ulteriore possibilità, per il contribuente, di presentare la propria dichiarazione dei redditi oltre il tempo massimo. Questa è valida dalla scadenza del novantesimo giorno al 30 novembre successivo, dunque entro il termine del periodo d’imposta che segue quello non ancora presentato. Questo intervallo di tempo è, di fatto, precedente all’inizio del controllo fiscale relativo all’anno che non abbiamo presentato. Ciò ci dà modo di metterci in regola.
In questo caso, però, siamo ritenuti colpevoli di omissione di dichiarazione e le sanzioni sono significative. Certo, la dichiarazione ultra ardiva ci consente di incassare meglio il colpo del fisco ma teniamo in considerazione che, una volta giunti su questo terreno, l’esborso dovuto si farà consistente.