Si parla di “lista bloccata” quando i candidati vengono eletti seguendo la graduatoria stabilita dai partiti e i singoli elettori non hanno facoltà di modificare tale ordine. Con tale sistema non è possibile esprimere alcuna preferenza per un singolo candidato. Terminate le elezioni, il numero di parlamentari cui ciascuna lista ha diritto viene calcolato in base ai voti ricevuti. I primi della lista risultano eletti, e poi man mano a scalare.
Per fare un esempio, se una lista ha diritto a sei parlamentari, vengono eletti i primi sei che appaiono nella lista.
Ogni lista è espressione di un partito, poi ci sono anche le coalizioni. Anche nella recente proposta di riforma elettorale, il c.d. Italicum, restano le liste bloccate, ma saranno “corte”. Ciò significa che, anche se non potranno esprimersi preferenze, i candidati saranno talmente pochi da permettere agli elettori di sapere in realtà per chi sta votando, anche perché i nomi non saranno inseriti all’interno della scheda elettorale.
La Corte Costituzionale ha bocciato il “Porcellum” proprio a causa della presenza di liste bloccate molto lunghe.