L’industria della moda, da sempre specchio di tendenze sociali e culturali, ha attraversato molteplici trasformazioni nel corso della sua lunga storia. Se un tempo l’artigianalità e la produzione su piccola scala scandivano il ritmo di questo settore, l’avvento della produzione di massa ha segnato un punto di svolta epocale. Tuttavia, niente avrebbe potuto preparare il mondo della moda a quella che si sarebbe rivelata essere la più grande rivoluzione dai tempi della sua nascita: la rivoluzione digitale.
Dall’atelier al click: la digital transformation del Fashion
L’avvento di Internet e, successivamente, dei social media ha impresso un’accelerazione vertiginosa all’evoluzione dell’industria della moda. L’e-commerce ha abbattuto i confini geografici, permettendo ai consumatori di tutto il mondo di accedere a un’offerta pressoché illimitata di prodotti. Parallelamente, piattaforme come Instagram e Facebook sono diventate vetrine globali per i brand, ridisegnando le strategie di comunicazione e marketing.
In questo nuovo ecosistema digitale, il consumatore non è più un soggetto passivo, ma un attore consapevole e interconnesso, che desidera vivere esperienze d’acquisto coinvolgenti e autentiche. Non basta più promuovere i prodotti: oggi, per conquistare il favore del pubblico, è necessario intrecciare storie che sappiano emozionare, informare e creare connessioni genuine.
Emblematica in tal senso è l’ascesa degli influencer, figure che hanno saputo intercettare il bisogno di vicinanza e autenticità del nuovo consumatore. Non testimonial, ma veri e propri creatori di tendenze, gli influencer contribuiscono a plasmare gusti e desideri, instaurando un dialogo diretto con i propri follower.
La moda eco-friendly: verso un futuro più consapevole.
I Millennials, generazione nativa digitale per eccellenza, si sono dimostrati particolarmente sensibili alle tematiche ambientali, inaugurando una nuova era per l’industria della moda: l’era della sostenibilità. I brand, per rispondere alla crescente consapevolezza e sensibilità verso l’ambiente, hanno iniziato a integrare pratiche eco-friendly nei loro processi produttivi. Sperimentando materiali innovativi e abbracciando l’economia circolare.
Dalle capsule collection realizzate con tessuti riciclati al riuso di capi vintage, passando per l’adozione di packaging sostenibili. Sono molteplici le iniziative messe in campo dai brand di moda per rispondere alla richiesta di una moda più etica e responsabile. Ma per raggiungere questo obiettivo la strada è ancora lunga e impervia.
Si, perché se da un lato sono sempre di più i brand che si impegnano a ridurre il proprio impatto ambientale, dall’altro il settore continua a essere tra i più inquinanti al mondo. Come confermato anche dall’indice Pulse del 2019.
Per garantire un futuro al pianeta, è necessario un cambio di passo radicale. Decarbonizzare la produzione, ridurre l’impatto dei processi di branding e distribuzione, e promuovere un consumo più consapevole sono le aree chiave su cui è necessario intervenire con urgenza e determinazione.
Governi, investitori, brand e consumatori: tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, in un’ottica di collaborazione sinergica. E dal canto suo l’Italia sta dimostrando massimo impegno in questo senso: oltre agli incentivi della Transizione 5.0, destinati a tutte le imprese che si impegnano nella riduzione dei consumi energetici, al fashion sono dedicate misure ad hoc come il bando transizione ecologica e digitale per le imprese dei settori tessile, moda e accessori.
Gli esempi positivi non mancano anche sul fronte delle imprese. H&M ha creato la linea Conscious, di cui fanno parte capi realizzati in maniera sostenibile, ma che mantengono comunque un prezzo di fascia medio-bassa. Stella McCartney, invece, è stato tra i primi brand di alta moda ad assumere un impegno reale dal punto di vista delle materie prime: le collezioni sono create senza coinvolgere gli animali, viene impiegato metallo riciclato, ed è stato eliminato il PVC.
Se il percorso è ancora lungo, fortunatamente la meta è chiara: la moda del futuro dovrà essere un connubio virtuoso tra estetica, innovazione e responsabilità.