Ciocchetti: "Per smettere dare alternative, no all’approccio ideologico"

Roma, 9 feb. (Adnkronos Salute) - “Finora in Italia abbiamo avuto un approccio ideologico e non si è voluto affrontare il tema della riduzione del danno. Il nostro obiettivo deve essere quello di portare più persone possibile a non fumare o a smettere, ma a chi non riesce a smett...

Roma, 9 feb.

(Adnkronos Salute) – “Finora in Italia abbiamo avuto un approccio ideologico e non si è voluto affrontare il tema della riduzione del danno. Il nostro obiettivo deve essere quello di portare più persone possibile a non fumare o a smettere, ma a chi non riesce a smettere dobbiamo dare una corretta informazione con linee guida emanate dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità sulle possibili alternative che possano portare a una riduzione del danno”.

Lo ha dichiarato Luciano Ciocchetti (FdI), vicepresidente XII Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, in occasione della presentazione dell’indagine su consumatori, medici italiani e prodotti innovativi senza combustione, realizzata dall’Istituto Piepoli in collaborazione con l’Associazione dei consumatori Adiconsum e commissionata da Philip Morris Italia.

"Un approccio ideologico ci porta a proibire tutto – ha aggiunto Ciocchetti – senza avere il coraggio di affrontare il problema in termini di informazione, formazione, studi scientifici.

Quello che siamo riusciti a fare è stato mettere immagini truci sui pacchetti di sigarette, anziché dare informazioni sulle alternative alle sigarette tradizionali. È il momento di uscire da questa logica ideologica, dando informazione sui rischi, formando i medici, in particolare quelli di medicina generale, e offrire opportune alternative a chi vuole smettere”.

In merito ai lavori della commissione, Ciocchetti ha spiegato: “Nella XII commissione si sono svolte le audizioni sul Piano europeo per la lotta al cancro.

Come commissione possiamo inserire un documento riferito a questo ragionamento, a un rapporto migliore con le autorità e le società scientifiche perché chi non vuole smettere venga a conoscenza della riduzione del danno. Questo è un percorso su cui lavorare impegnando Governo e associazioni scientifiche per elaborare delle strategie alternative di informazione e formazione di medici e consumatori su questo tema. Non c’è unità d’intenti tra i partiti ma spero ci possa essere un impegno verso il Governo, perché il proibizionismo – ha concluso – non è la soluzione al problema”.