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Ciclista investito e ucciso da un'auto pirata sulla provinciale 231: la svolta con la confessione

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I carabinieri hanno arrestato il presunto pirata della strada che ieri pomeriggio ha travolto e ucciso un ciclista 56enne sulla provinciale 231.

Un tragico incidente si è verificato ieri pomeriggio sulla provinciale 231, dove un ciclista di 56 anni ha perso la vita dopo essere stato travolto e ucciso da un’auto pirata. La vittima stava percorrendo la strada quando è stata investita da un veicolo che non si è fermato per prestare soccorso.

Ciclista investito e ucciso da un’auto pirata sulla provinciale 231

La vittima dell’incidente è Giuseppe Nicassio, un ciclista di 56 anni residente ad Adelfia. L’uomo è stato soccorso poco dopo essere stato investito, ma purtroppo è deceduto poco dopo il suo arrivo al Pronto Soccorso dell’ospedale Bonomo di Andria, a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto con l’auto.

Le indagini sono attualmente sotto la supervisione della Procura di Trani, che sta coordinando gli accertamenti per fare luce sulla tragedia.

Ciclista investito e ucciso da un’auto pirata sulla provinciale 231: svolta nelle indagini

Bastano pochi dettagli per fare luce sulla tragedia. Il modello e il colore dell’auto, insieme ad alcune cifre della targa, sono stati fondamentali per permettere ai carabinieri di risalire rapidamente al pirata della strada responsabile dell’incidente.

Vitantonio Piccarreta, 25 anni, è l’uomo accusato di aver travolto e ucciso il ciclista 56enne Giuseppe Nicassio, originario di Adelfia, mentre percorreva la provinciale 231 vicino a Corato. Piccarreta, alla guida dell’auto della madre, una Punto Evo, è attualmente agli arresti domiciliari con le accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso.

Si è costituito dopo un’ora circa da quanto accaduto, ha compreso di aver sbagliato e con me ha raggiunto la caserma dei carabinieri”, ha riferito il suo legale Giangregorio De Pascalis, come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno.

Il legale ha spiegato che il suo assistito ha reso dichiarazioni spontanee, mettendo a disposizione degli inquirenti l’auto che guidava e il suo telefonino. Inoltre, si è sottoposto agli accertamenti di rito previsti in casi come questo.

“Dopo l’impatto con la bici della vittima si è spaventato molto”, ha aggiunto l’avvocato.