Cisgiordania, 28 feb. (askanews) -Con la consegna dei corpi di quattro ostaggi israeliani morti e la liberazione di 600 detenuti palestinesi si è conclusa la prima fase dell’accordo di tregua fra Hamas e Israele in vigore dal 19 gennaio. Il governo di Tel Aviv ha inviato al Cairo i negoziatori per definire i dettagli della seconda fase, che prevede ulteriori scambi.
Al momento sono stati liberati 25 israeliani vivi, restituiti 8 cadaveri e rilasciati 1.700 palestinesi secondo Hamas, dovevano essere 1.900. Fra loro Moamen Mokdad, che racconta la situazione nelle carceri israeliane.
“Le condizioni di detenzione erano difficili. Nella prigione di Sde Teiman, ci svegliavamo alle 5 del mattino e restavamo svegli fino alle 11 di sera, con le mani e i piedi ammanettati e bendati. Stavamo seduti tutto il giorno e ogni settimana eravamo sottoposti a oppressione e percosse”.
“Nessuno può descrivere cosa ci è successo. Ero in un incubo, all’inferno, e ora ne sono finalmente fuggito”, dice Mohammed Sahloul.
“Ci picchiavano e umiliavano, per non parlare delle torture psicologiche e fisiche – racconta Mohammed Al-Charif – non sono prigioni o centri di detenzione israeliani, sono mattatoi.”