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Chico Forti, oggi, venerdì 31 maggio, ha parlato alla trasmissione Cinque Minuti, raccontando il suo ritorno in Italia: l’accoglienza avuta nelle due carceri, quella di Roma, in cui è stato trasportato al suo arrivo, e quella di Verona, in cui è attualmente detenuto.
Il racconto di Chico Forti
I primi giorni in carcere sono stati una sorpresa per Chico: arrivava da un carcere di massima sicurezza americano, con regole estremamente rigide.
«A Rebibbia e a Verona mi hanno accolto come un re. Quando sono arrivato in carcere mi hanno detto: ‘c’è il comandante che vuole parlarle’. Pensavo che fosse un agente della penitenziaria, ma invece il primo che mi si è presentato è stato Schettino, il quale mi ha detto: “Chico, sei il mio eroe”».
Le differenze tra il carcere italiano e quello americano
Chico Forti è stato trasferito in Italia dal carcere di Miami, dove ha trascorso gli ultimi 24 anni, dopo la condanna all’ergastolo. La chiamata il primo marzo di Giorgia Meloni ha cambiato il suo futuro: “Torni a casa”.
«Tra il carcere di Miami e quello di Verona c’è una differenza enorme. Quello di Miami è basato sulla punizione ed è un luogo dove sei continuamente umiliato, mentre qui ho conosciuto valori umani come i rapporti e il rispetto, che non ritrovavo da 24 anni».
Dopo 24 anni in carcere, Chico Forti, continua a dichiararsi innocente per il reato di omicidio per il quale in Florida è stato condannato all’ergastolo e dichiara che, nonostante gli anni trascorsi in carcere e quindi, senza nessuna libertà, la sua voglia di vivere non è cambiata.
L’incontro con la mamma di 96 anni
Chico, parlando della madre 96enne, incontrata a Trento dopo 16 anni dall’ultima visita della donna nel carcere della Florida, ha affermato:
«È la mia roccia, è stata la mia forza ed energia. Nei suoi occhi puoi vedere i fuochi d’artificio e la gioia nel suo sguardo. Nel 2008, l’ultima volta che l’avevo vista prima di tornare poi in Italia, mi disse ‘farò tutto il possibile per aspettarti’».