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La memoria difensiva in arrivo
Domani, il tavolo dei pubblici ministeri di Milano riceverà la memoria difensiva di Chiara Ferragni, redatta dai suoi legali, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. Questo documento è cruciale per la influencer, poiché mira a cancellare le accuse di truffa aggravata legate ai casi del pandoro “Pink Christmas” e delle uova di cioccolato di Pasqua “Dolci Preziosi”. I legali hanno lavorato intensamente nelle ultime settimane per preparare un atto che possa convincere la Procura a richiedere l’archiviazione delle accuse.
Le argomentazioni della difesa
La difesa di Ferragni si basa su diversi punti chiave. In primo luogo, si sostiene che la influencer non abbia commesso alcuna truffa e che abbia già risolto le questioni amministrative legate a queste vicende. Inoltre, è stato evidenziato che Ferragni ha effettuato versamenti a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino e dell’associazione “Bambini delle fate”, dimostrando un impegno sociale che contrasta con le accuse mosse contro di lei.
I legali hanno anche sottolineato che la vicenda non ha rilevanza penale, poiché i profili controversi sono stati già affrontati e risolti dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Questo aspetto potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel convincere i pm a chiudere il caso.
La questione della procedibilità
Un altro punto cruciale sollevato nella memoria difensiva riguarda la procedibilità della presunta truffa. I legali di Ferragni contestano la validità delle accuse in assenza delle querele di singoli consumatori, sostenendo che non basta la denuncia del Codacons per procedere.
Questo aspetto giuridico potrebbe rivelarsi determinante per la sorte della influencer, poiché i pm hanno avviato le indagini d’ufficio, contestando l’aggravante della minorata difesa dei consumatori.
La questione si complica ulteriormente, poiché le presunte truffe sarebbero state perpetrate su piattaforme online, un fattore che potrebbe influenzare la decisione finale della Procura.
Il futuro legale di Ferragni
La decisione finale spetterà all’aggiunto Eugenio Fusco e al pm Cristian Barilli, che hanno coordinato le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza.
Entro la fine dell’anno, potrebbero decidere di citare direttamente a giudizio Chiara Ferragni, il suo ex collaboratore Fabio Damato, l’amministratore delegato dell’azienda piemontese Alessandra Balocco e il presidente di Cerealitalia-ID, Francesco Cannillo. Anche gli altri indagati sono attesi a presentare le loro memorie difensive, rendendo la situazione ancora più complessa.