Argomenti trattati
Le accuse contro Chiara Ferragni
A poco più di un anno dall’apertura delle indagini, Chiara Ferragni si trova ad affrontare un processo per truffa aggravata. Secondo la Procura di Milano, l’influencer avrebbe ingannato i suoi follower e i consumatori, facendo credere che il ricavato delle vendite di prodotti come il pandoro natalizio e le uova di Pasqua, venduti a prezzi superiori rispetto al mercato, fosse destinato ad aiutare bambini malati di tumore e ragazzi disabili. Le accuse si fondano su una presunta manipolazione delle informazioni riguardanti le vendite, che avrebbero indotto in errore un numero imprecisato di acquirenti.
La reazione di Chiara Ferragni
In risposta alle accuse, Chiara Ferragni ha dichiarato di ritenere ingiusta la situazione in cui si trova. “Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno” ha affermato, esprimendo la sua determinazione a dimostrare la propria innocenza. I suoi legali, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno già presentato una memoria circostanziata per convincere il pubblico ministero a chiedere l’archiviazione del caso, sostenendo che non ci siano prove di reato e che l’influencer abbia già effettuato donazioni significative, pari a 3,4 milioni di euro.
Il contesto legale e le implicazioni
Il processo si svolgerà in un contesto di alta attenzione mediatica, con un’udienza predibattimentale fissata per il 23 settembre. Durante questa udienza, Chiara Ferragni e i suoi coimputati avranno l’opportunità di presentare ulteriori prove per cercare di chiudere la vicenda senza un lungo processo. I pubblici ministeri, tuttavia, hanno già indicato che ci saranno testimoni, tra cui otto consumatori e rappresentanti di associazioni, a supporto delle loro accuse. Le vendite dei prodotti griffati, secondo l’accusa, avrebbero generato un ingiusto profitto di oltre 2 milioni di euro per l’influencer, alimentando ulteriormente il dibattito sull’etica delle pratiche commerciali nel mondo degli influencer.