Nella Basilica di San Giovanni in Laterano si è assistito alla chiusura dell’inchiesta diocesana, sulla vita, le virtù, la fama di santità e dei segni, della Serva di Dio Chiara Corbella.
I sigilli apposti sulle carte dell’inchiesta, avviata il 21 settembre 2018, sanciscono un ulteriore passo verso la sua beatificazione.
Chiara Corbella e la beatificazione
Chiara aveva 28 anni e a una settimana dalla scoperta della gravidanza le fu diagnosticato un tumore: lei, d’accordo con il marito, scelse di rimandare le cure a dopo la nascita del bambino per evitare che la chemio potesse nuocere a suo figlio.
Dopo la nascita, del piccolo Francesco, iniziò le terapie ma ormai era troppo tardi: morì nella casa di campagna dei suoi genitori, a Pian della Carlotta, tra Cerveteri e Manziana, il 13 giugno 2012.
La cerimonia è stata presieduta dal vescovo Baldassare Reina, vicegerente della Diocesi di Roma, alla presenza dei familiari di Chiara Corbella: la causa era stata avviata il 21 settembre 2018 dal Cardinale Angelo De Donatis, al tempo Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.
Le parole del vescovo durante la celebrazione
“E’ un giorno di gioia per tutta la Chiesa e per la Chiesa di Roma in particolare. Ringraziamo il Signore sia per il dono della vita di Chiara, sia per il dono della santità”.
Tutti i documenti riguardanti l’inchiesta diocesana saranno ora trasferiti al Dicastero delle Cause dei Santi che, tramite un suo Relatore, preparerà la Positio.
Poi, la Positio sarà studiata da un gruppo di Consultori Teologi del Dicastero e sottoposta a un ulteriore giudizio dei vescovi e cardinali. Per arrivare alla beatificazione è necessario però un miracolo, una guarigione scientificamente inspiegabile attribuita al futuro beato.